«”La parafarmacia è un’anomalia tutta italiana”. Falso. La vendita dei farmaci senza obbligo di ricetta rimane di competenza esclusiva della farmacia solo in 11 Paesi. Nei restanti 14, la vendita è consentita anche in un ristretto ventaglio di altri canali (parafarmacie, esercizi farmaceutici, eccetera)». È quanto mette in luce Davide Giuseppe Gullotta, presidente della Federazione nazionale parafarmacie italiane (Fnpi), in seguito alla pubblicazione del rapporto annuale Ocse che dall’edizione dell’anno in corso tiene conto anche della realtà delle farmacie in Europa. «I dati che emergono – commenta il dirigente – sono molto interessanti e meritano di essere commentati anche alla luce del fatto che molte inesattezze e narrazioni fatte in questi anni da Federfarma e da altre associazioni legate al sindacato dei titolari vengono smentite».
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Nello specifico, spiega Gullotta, «il primo dato che salta all’occhio è la libertà di aprire una farmacia: su 25 paesi europei, in 14 è permessa l’apertura libera (le modalità variano a seconda dei casi) di una farmacia». Inoltre, aggiunge, «non è presente una pianta organica a limitare le aperture delle farmacie». In proposito Gullotta evidenzia che «nonostante questo, non sembra che in questi paesi il Ssn sia al collasso, che la distribuzione del farmaco sia inefficiente, che ci sia un disastro sociale, come alcuni hanno sempre paventato quando si parlava di ulteriori liberalizzazioni, vaticinando di disastri e tracollo del sistema in caso anche della sola liberalizzazione della fascia C (15% del mercato del farmaco)».
Quanto alla situazione delle parafarmacie, Gullotta spiega che nelle nazioni in cui sono presenti, ovvero «in Olanda, Slovenia e Svizzera, è obbligatoria la presenza del Farmacista come in Italia». Fatto che, secondo quanto dichiara il dirigente «smentiscono in modo lampante le esternazioni di chi, ogni volta, alla minima richiesta di libertà professionale o di miglioramento delle condizioni di lavoro dei farmacisti in parafarmacia, giustifica il proprio diniego trincerandosi dietro la scusa, ormai insostenibile, che la parafarmacia è un anomalia che si trova solo in Italia, che la tenuta del sistema di distribuzione del farmaco verrebbe messo a rischio».
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