Il 1 luglio 2019 passerà alla storia come il giorno a partire dal quale decine di migliaia di attività in Italia invieranno per la prima volta i corrispettivi giornalieri all’Agenzia delle entrate direttamente con un’apposita procedura telematica. L’obbligo riguarda i soggetti con volume d’affari annuo superiore a 400mila euro e sarà esteso, dal 1 gennaio 2020, a tutti coloro che effettuano attività di vendita al dettaglio. Numerose farmacie territoriali, dunque, saranno tra le prime a doversi adeguare. Tuttavia, sebbene alcune sigle, tra cui Federfarma, abbiano fatto esplicita richiesta di incontro all’Agenzia delle entrate, la situazione non è del tutto chiara. A distanza di meno di due mesi di calendario, pari a circa di quaranta giorni lavorativi dalla data odierna, è ancora grande l’incertezza legata sia alla fornitura dei dispositivi telematici, sia rispetto alle modalità con cui le farmacie potranno inviare i dati al ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) mediante il flusso del Sistema TS.

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È utile ricordare, a tal proposito, che sono due le procedure previste grazie alle quali le attività soggette all’obbligo potranno inviare tali informazioni. La prima mediante un dispositivo “fisico” che consente l’invio diretto attraverso il Registratore di cassa telematico, nuovo o opportunamente adeguato, verso il quale l’Agenzia delle entrate ha istituito un codice tributo per accedere ad un credito di imposta. La seconda, come spiegato da FarmaciaVirtuale.it ai propri lettori, riguarda l’invio delle informazioni sfruttando il flusso dei dati già presente verso il Sistema TS, con cui le farmacie inviano i dati per il 730 precompilato.

Ebbene, entrambi i casi presenterebbero diverse complessità. Nel primo caso, i produttori di misuratori fiscali potrebbero non essere in grado di sostenere la domanda del mercato. Nel secondo, appunto, gli organismi preposti non hanno ad oggi rilasciato le specifiche tecniche per consentire lo sviluppo delle procedure atte ad inviare le informazioni direttamente dal software gestionale. Vi sarebbe una terza condizione, che complicherebbe lo scenario e riproporrebbe le stesse problematiche relative alla rincorsa per l’adeguamento della fatturazione elettronica, ovvero che le farmacie soggette all’obbligo non si stiano attivando per adeguare le proprie attività, pur nella rosa delle soluzioni al momento disponibili. Per far luce sulla situazione, FarmaciaVirtuale.it ha interpellato Maurizio Galvagno, Vice President Hardware e Services di CompuGroup Medical (Cgm) Pharmaone, business unit di Cgm che opera nell’ambito dei servizi erogati alla farmacia.

L’esperto sostiene che «le principali aziende produttrici di Registratori telematici stanno contingentando le consegne». A suo avviso, «rimanendo inalterati i flussi, è facilmente prevedibile che parte dei soggetti obbligati all’invio telematico potrebbero non essere approvvigionati nei tempi previsti dall’attuale normativa». In aggiunta a ciò, spiega il dirigente, «vi è da considerare che a svolgere alcune delle attività necessarie all’adeguamento, tra cui la registrazione sul portale dell’Agenzia dell’entrate, il censimento, la messa in servizio e stampa del QR code da applicare sul Registratore telematico, devono essere i tecnici abilitati dalla stessa Agenzia», il cui numero «non è infinito e molte giornate di lavoro sono state già pianificate da qui a giugno».

Alle criticità hardware si aggiungono poi quelle relative alla parte software per consentire l’invio dei corrispettivi utilizzando i flussi del Sistema TS. In tal caso, ad entrare in gioco sono le stesse software house della filiera che tuttavia non possono intervenire in assenza delle specifiche tecniche necessarie. «Chi ha richiesto l’implementazione di tale possibilità di invio per le farmacie – riportano i tecnici del settore – non aveva chiara la struttura dei flussi dei dati del Sistema TS, relativa alle spese sanitarie detraibili». Allo stato attuale, infatti, «tali dati sono inviati all’Agenzia delle entrate con il solo scopo di confluire all’interno delle dichiarazioni dei redditi dei contribuenti, alla voce delle spese sanitarie detraibili». Tuttavia, evidenziano, «tali dati sono parziali». Infatti, «il singolo cittadino può opporsi all’invio dei dati da parte della farmacia». Ne consegue che «il flusso potrebbe essere carente di informazioni essenziali per l’invio completo dei corrispettivi. Una fra tutte, le aliquote Iva».

Ma non finisce qui. Secondo gli esperti infatti «sussistono ulteriori perplessità se l’invio tramite software consentirà o meno agli acquirenti di partecipare alla “Lotteria degli scontrini”, prevista da varie disposizioni ma ancora non attuata». Lo scenario quindi non è del tutto roseo. «Anche se le specifiche dovessero essere disponibili a breve – conclude Galvagno -, i software gestionali necessiteranno di opportune modifiche e difficilmente sarà possibile rispettare la data attualmente prevista». È quindi evidente «che le farmacie potrebbero trovarsi di fronte all’ennesima situazione di criticità e disservizio». Da qui, il suggerimento alle farmacie obbligate all’adeguamento entro il 1 luglio: «È necessario evitare di prendere sotto gamba questa situazione e affrontarla quanto prima possibile, seppur sulla base delle informazioni disponibili», ciò al fine di «evitare il caos che potrebbe crearsi con l’approssimarsi della scadenza».

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