Dopo le critiche provenienti dalle diverse sigle in rappresentanza dei farmacisti titolari di parafarmacia, la proposta di legge Sileri, relativa al riordino del servizio farmaceutico in Italia mediante l’introduzione di diverse misure contenitive, illustrata a grandi linee lo scorso febbraio in occasione degli Stati generali della farmacia italiana, incassa un ulteriore “no” dalla Federazione nazionale associazioni farmacisti non titolari (Conasfa). Secondo quanto evidenziato dalla sigla, «ha sempre contestato le modalità in cui è stata approcciata la “Lenzuolata Bersani” con l’uscita di alcune categorie di farmaco e l’avvio degli esercizi di vicinato e corner Gdo». Ciò alla luce del fatto che «in un sistema oramai bloccato da decenni nell’assegnazione delle sedi farmaceutiche la spinta è stata agevolata dando delle risposte professionali e occupazionali». Per questo motivo, il Conasfa si dice contrario alle parafarmacie ed ai corner senza la presenza farmacista, come prospettato dal disegno di legge, sebbene, anche dopo una richiesta del nostro giornale, non si è avuta la disponibilità del documento da parte della segreteria del senatore e la relativa possibilità di consultazione. Con l’occasione il Sinasfa rivendica il binomio farmaco-farmacista, «ovunque venga distribuito il farmaco».
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Altri punti oggetto di osservazione dal Conasfa riguardano il rischio d’impresa, ovvero «i colleghi che hanno aperto questi esercizi, seppur nella speranza di evoluzioni della legge, erano coscienti dei limiti e dei rischi». Il «no» al concorso straordinario, ovvero «riservare un concorso per nuove sedi farmaceutiche, solo a titolari di parafarmacia e titolari di farmacia rurale». A questi si aggiunge il “sì” al concorso ordinario, vale a dire che, secondo il Conasfa, «l’assegnazione deve ritornare al concorso ordinario dove tutti i colleghi potranno partecipare. Si deve rispettare e ritornare al regime ordinario come da legge, cosa non fatta per decenni fino all’indizione del concorsone». L’iniziativa del parlamentare aveva già incassato, a pochi giorni dall’esordio, le critiche del Mnlf, che aveva evidenziato le possibili conseguenze sulla salute dei pazienti legate alla possibile evoluzione del ddl. A queste si erano aggiunte quelle dell’Unaftisp e di Fnpi, Mnlf, Federfardis e Lpi, che avevano espresso contrarietà alla proposta di Sileri.
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