ddl concorrenzaA quanti accusano le farmacie di fare lobby e difendere interessi particolari, Federfarma segnala che l’ipotesi di una ulteriore deregolamentazione è stata pesantemente criticata dalle Regioni con una dichiarazione del coordinatore degli assessori alla Salute, Luca Coletto, e con una intervista rilasciata a Quotidiano Sanità dal presidente del Comitato di settore Sanità delle Regioni, Claudio Montaldo.
Nell’intervista Montaldo sottolinea che il numero delle farmacie è già in aumento a seguito delle misure del Governo Monti e che la proposta del Ministro Guidi “è palesemente in contraddizione con il Patto per la Salute” che definisce la farmacia come una componente del sistema con una funzione di servizio e di accompagnamento al cittadino che è incompatibile con le misure ipotizzate dal Ministero dello Sviluppo.
“Appoggiamo le obiezioni di Federfarma – spiega l’assessore alla sanità della Regione Veneto, Luca Coletto – perché al solo scopo di agevolare la grande distribuzione, si rischierebbe di privare i cittadini di un servizio sanitario efficiente e capillare sul territorio, visto che l’ulteriore liberalizzazione successiva agli interventi degli scorsi anni metterebbe in pericolo le farmacie dei piccoli centri, che non riuscirebbero a reggere alla concorrenza della grande distribuzione.”
Queste prese di posizione si aggiungono a quelle del ministro della Salute che ha piu’ volte espresso la propria contrarietà alla proposta del Ministero dello Sviluppo e a quella del direttore generale dell’AIFA (Agenzia italiana del farmaco), Luca Pani, che ha sottolineato i pericoli di una deregolamentazione del sistema.
Critiche sono venute anche da altre associazioni professionali del settore sanitario, associazioni di cittadini e dalla filiera.
Se una platea così vasta si dichiara contraria all’ulteriore deregolamentazione del settore, è doverosa almeno, da parte dei promotori, un’approfondita riflessione prima di formalizzare gli interventi ipotizzati, in sintesi: ricetta medica nei supermercati e aumento indiscriminato del numero delle farmacie.
Il rischio concreto è che anche per le farmacie si riproponga una strada già percorsa da altre categorie di piccoli imprenditori, fagocitati da logiche di mercato esclusivamente speculative che premiano inevitabilmente i grossi gruppi internazionali.
In questo caso, tuttavia, parliamo di sanità: vale la pena correre il rischio?

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