parafarmacieIl presidente delle Libere Parafarmacie Italiane, Giuseppe Ivan Ruggiero, ha replicato alle dichiarazioni del senatore Marino, relatore del Ddl Concorrenza, secondo il quale «l’aver previsto le parafarmacie è stato un grave errore, cui peraltro non porrebbe rimedio la commercializzazione dei farmaci di fascia C, quanto, semmai, la trasformazione delle parafarmacie in farmacie, superando così un’anomalia tutta italiana. Tuttavia, pur avendo tentato con l’altro relatore e nel confronto con il governo di elaborare una proposta al riguardo, ritengo che non vi siano le condizioni per operare in tal senso nell’ambito del provvedimento in esame».
Ruggiero ricorda che «noi siamo farmacisti iscritti all’Ordine, e di un questo senso riconosciuti. Ma al contempo dimenticati dallo Stato per quanto riguarda l’esercizio della professione. Uno Stato che però, quando c’è da incassare le tasse, incassa senza distinzioni tra noi e le farmacie». Il presidente di LPI poi incalza il Pd ricordando che era stato lo stesso partito a lanciare le liberalizzazioni, mentre «oggi si tira indietro, rinnegando sé stesso e i suoi elettori» e chiede provocatoriamente che vengano dimezzati gli oneri relativi all’ordine professionale così come all’Enpaf: «Finché non siamo farmacisti di serie A, non è giusto che paghiamo come se lo fossimo». Ancora, Ruggiero attacca: «Fare politica non è come vendere mortadella al supermercato. È una cosa seria, e noi in questi ultimi dieci anni, dal decreto Bersani ad oggi, non abbiamo visto nulla che possa farci credere alla bontà, alla qualità e alla buona fede delle azioni politiche. Continueremo la nostra battaglia, che è una battaglia per il diritto e anche per l’etica».

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