ruggiero lpi«La vera riforma dell’Enpaf è quella che porterebbe a pagare i contributi previdenziali in base alle proprie possibilità economiche». Ivan Giuseppe Ruggiero, presidente delle Libere Parafarmacie Italiane, è intervenuto nella discussione sul futuro dell’ente, sulla quale – come riferito ai propri lettori da FarmaciaVirtuale.it – si sono già espressi Conasfa e MNLF.
Secondo Ruggiero, la contribuzione slegata dal reddito sarebbe addirittura «incostituzionale»: «Occorre partire dalla consapevolezza che una parafarmacia non produce un fatturato e un reddito per il titolare tali da poter giustificare un versamento obbligatorio di una somma irragionevole. Stiamo parlando di 4.521 euro all’anno per il 2018». Il dirigente sottolinea poi quella che a suo avviso rappresenta una disparità di trattamento: «Quando si parla di liberalizzare i farmaci di fascia C, siamo farmacisti di serie B, meri commercianti per lo Stato e per questo non siamo messi nelle condizioni di lavorare nel pieno delle nostre funzioni. Per i contributi, invece, siamo farmacisti di serie A». Il presidente delle LPI chiede pertanto che sulla proposta di calcolare i contributi in base alle reali possibilità dell’iscritto «si possa aprire un dialogo serio e costruttivo», basandosi su alcune misure già adottate dall’Enpaf, come nel caso del «contributo assistenziale, per la cui domanda è prevista la certificazione dei redditi, così come dell’Isee». Una novità del genere, per Ruggiero, non comporterebbe neppure rischi di tenuta dal punto di vista finanziario per l’ente previdenziale, «poiché ci saranno iscritti che pagheranno quote nettamente inferiori a quelle adesso stabilite, come anche chi pagherà quote superiori per un maggiore reddito. Il tutto diventerebbe bilanciato e sostenibile». È per questo che la proposta è di calcolare in base al reddito «anche la quota minima, che dovrebbe partire ovviamente da una base nettamente inferiore rispetto quella attuale». Tra le altre proposte avanzate dalle LPI figura poi la progressiva eliminazione del contributo di solidarietà, ove previsto, perché «è inimmaginabile che su un disoccupato debba gravare un contributo che non ha alcuna valenza pensionistica». Quindi si chiede il superamento del vincolo di iscrizione all’Enpaf in caso di iscrizione all’Ordine, al fine di agevolare coloro che vogliono partecipare ad un concorso. E, più in generale, si propone di «rendere facoltativa l’iscrizione da parte del farmacista all’Enpaf» e di adottare «la libera scelta tra diversi enti previdenziali, come ad esempio l’Inps». Infine, Ruggiero immagina di incrementare la quota contributiva richiesta ai nuovi soggetti che la legge sulla Concorrenza prevede possano diventare proprietari di farmacia, società di capitale in testa.

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