ricetta elettronica farmaciaDopo il Veneto, la Lombardia e poi la Toscana. Il processo di dematerializzazione della ricetta, seppur lentamente e fuori dai tempi inizialmente previsti, procede e si estende tra le Regioni della penisola. Con il primo di settembre, dopo quasi un anno di sperimentazione, il Veneto ha bandito la ricetta rossa, sostituendola con un promemoria con la prescrizione stampato su carta bianca dal medico di famiglia da presentare in farmacia per ritirare i medicinali. Un risparmio, grazie alla messa in rete di oltre 330 medici di medicina generale e quasi 600 pediatri di libera scelta, che secondo le stime dovrebbe portare nelle casse del sistema sanitario veneto più di 3 milioni di euro ogni anno. Certo i problemi però non mancano, a partire dall’assenza di continuità su tutto il territorio regionale della copertura Internet, come già denunciato a FarmaciaVirtuale.it dal presidente di Federfarma Belluno, Roberto Grubissa. Ma non solo, le criticità riguardano spesso anche la coordinazione, non di rado lacunosa, tra medici e farmacie, questioni di privacy e di sicurezza dei dati dei pazienti. I medici di famiglia lamentano inoltre problemi legati al fatto che il promemoria da loro stampato, utile al farmacista per dispensare i farmaci in particolare in casi di difficoltà nell’accedere alla piattaforma web e alla prescrizione online, dovrebbe avere uno stesso formato in tutta Italia, in modo da consentire uniformità e riconoscibilità su tutto il territorio nazionale, ma di fatto ciò non avviene, aprendo il campo anche a possibili rischi di frodi. Una serie di moniti, insomma, per chi, come la Lombardia, si appresta a entrare a regime, e che si spera che vengano man mano superati sia a livello e per iniziativa regionale che centrale. Sulla via dell’estensione della dematerializzazione anche la Toscana, che ha introdotto la ricetta elettronica a metà giugno partendo con una breve sperimentazione con un gruppo di medici di famiglia di Empoli e l’intento di allargare il sistema a tutta la Regione nel giro di pochi mesi, entro la fine del 2014. Intanto, dall’1 ottobre non sarà più possibile autocertificare la propria fascia di reddito sulla singola ricetta, né in farmacia né negli ambulatori aziendali. Con il passaggio alla ricetta elettronica, infatti, la posizione economica del paziente riportata sulla ricetta sarà ricavata direttamente dalla banca dati dell’Agenzia delle entrate e dell’Inps. Fondamentale per i cittadini toscani, per evitare possibili problematiche che probabilmente non mancheranno di presentarsi, verificare che il codice della propria fascia economica sia corretto o se eventualmente risulti assente, rivolgendosi alla propria Asl oppure online, utilizzando la propria carta sanitaria elettronica attivata, sul sito web regionale www.regione.toscana.it/servizi-online. Il codice non è infatti presente solo quando la fascia economica del paziente è superiore a 100 mila euro, perciò se il codice della propria fascia economica è corretto tutto bene e non occorre fare niente, ma se invece è immotivatamente assente o sbagliato si deve procedere con un’autocertificazione. Se nessun codice è presente sulla ricetta, difatti, dal primo ottobre sarà necessario pagare il ticket di importo massimo.

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