«Il prezzo fissato dal governo a 0,50 centesimi a mascherina risulta irreale e potrebbe portare come diretta conseguenza il blocco totale della produzione rigettando l’Italia nell’emergenza sanitaria». È il grido di allarme contenuto in una lettera siglata dal gruppo Farmacie Rurali d’Italia, i cui firmatari Pasquale Sechi, Luigi Vito Sauro, Alfredo Orlandi e Roberto Grubissa, si dicono «seriamente preoccupati». «L’ultima novità del governo – puntualizza la sigla -, che impone il prezzo di vendita di 0,50 centesimi, avrà una chiara conseguenza: i produttori non riusciranno a stare dentro questi costi nemmeno per acquistare la materia prima e smetteranno di produrre. A breve chi ha convertito la propria produzione bloccherà tutto e ci sarà un down nell’offerta e noi farmacisti non riusciremo più ad approvvigionarci».

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Secondo Farmacie Rurali d’Italia «il sistema rischia insomma di collassare». Più nel dettaglio «le piccole farmacie hanno scorte di un centinaio, poco più, di pezzi spesso imbustati dal farmacista uno ad uno nel retrobottega, alla sera, dopo la giornata di lavoro». Per questo motivo «oggi pensare di mettere sul mercato quelle mascherine a 0,50 senza nessuna certezza di riuscire poi a rifornire il magazzino è un azzardo che molti non se la sentono di tentare».

«Noi siamo costretti a fermarci, non solo perché non riusciamo a trovare questi dispositivi – spiegano i farmacisti -, ma soprattutto perché presto non riusciremo a coprire le nostre esigenze interne a tutela dei nostri collaboratori e della popolazione. La farmacia rurale è al servizio della gente e sente fortemente il dovere di garantire la massima sicurezza. Parlano di produzione da parte dell’opificio militare, di assenza di iva e di immissione nel mercato a breve di milioni di pezzi. Bene, ma fino a quando non vediamo qualcosa di concreto non possiamo rischiare di terminare le scorte e di mettere a repentaglio la salute dei nostri collaboratori. Abbiamo fatto il conto che ci servono tra le 60 e le 100 mascherine al mese mediamente per noi e chi lavora con noi».

«Se queste promesse non verranno mantenute – conclude Farmacie Rurali d’Italia – a breve assisteremo ad un blocco totale della distribuzione, non ci saranno più pezzi disponibili nel mercato perché le aziende, a questo costo, non riescono a produrre. A quel punto cosa ne sarà di noi, dei nostri collaboratori e dei cittadini? Chi ci rifornirà nel rispetto di quanto concordato? Troveremo produttori e grossisti disposti a ricaricare la filiera?».

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