Il ministero della Salute «ha confermato l’interpretazione della scrivente Federazione riguardo all’applicazione dell’art. 89, comma 3, del D.Lgs. 219/2006, sull’obbligo di conservazione delle ricette mediche non ripetibili, ribadendo che il suddetto obbligo possa considerarsi correttamente adempiuto mediante la conservazione elettronica della ricetta bianca Dem chiusa sul Sac, senza la necessità che il farmacista proceda alla stampa del promemoria cartaceo ai fini della conservazione». È quanto ha fatto sapere la Federazione degli ordini dei farmacisti italiani (Fofi), in una nota inviata ai presidenti degli ordini dei farmacisti e ai componenti del comitato centrale, riportando un parere del ministero della Salute richiesto in seguito alla pubblicazione del decreto ministeriale 30 dicembre 2020.

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La modalità di gestione del promemoria

«Analogamente – puntualizza la Fofi -, è stato confermato che le modalità di gestione del promemoria fissate dall’art. 3 del decreto in oggetto sono valevoli per entrambe le fattispecie di ricette dematerializzate (e, dunque, sia per le prescrizioni di medicinali a carico del SSN sia per quelle di medicinali con oneri a carico del privato). Si segnala, inoltre, che è stato richiesto un parere al Dicastero sull’ambito di applicazione del decreto ed, in particolare, se lo stesso debba intendersi riferito anche alla prescrizione di preparazioni galeniche e di medicinali stupefacenti».

L’entrata in vigore lo scorso gennaio

A disporre l’entrata in vigore della ricetta dematerializzata è stato il decreto del 30 dicembre 2020 del ministero dell’Economia e delle Finanze, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, n.11 del 15 gennaio 2021, recante «Dematerializzazione delle ricette mediche per la prescrizione di farmaci non a carico del Servizio sanitario nazionale e modalità di rilascio del promemoria della ricetta elettronica attraverso ulteriori canali, sia a regime che nel corso della fase emergenziale da Covid-19». Il documento descrive le modalità operative e di accesso alle prescrizioni dematerializzate per i professionisti sanitari e per gli assistiti, sia nella fase emergenziale legata al Covid-19, ma anche in via definitiva, a emergenza conclusa.

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