Si è conclusa la procedura per l’affidamento della concessione per la progettazione, realizzazione e gestione dei servizi abilitanti della piattaforma nazionale di telemedicina. Ne dà notizia l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) che, in qualità di soggetto attuatore, aveva avviato la procedura per raccogliere proposte di partnership pubblico-privato per l’affidamento in concessione. L’Agenzia aveva indetto una gara telematica lo scorso ottobre 2022, che è stata aggiudicata al costituendo raggruppamento temporaneo di impresa (Rti) Engineering Ingegneria Informatica S.p.A. e Almaviva S.p.A. a fronte del corrispettivo complessivo della concessione decennale di 234.992.510,00 euro, oltre Iva ove dovuta, unitamente agli eventuali oneri per l’attivazione dell’assetto transitorio.
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Criteri di selezione
L’Agenas ha precisato che la gara si è svolta con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa (Oepv) e il miglior rapporto qualità/prezzo ai sensi dell’Art. 95 comma 10 bis del Codice. All’iniziativa ha collaborato anche l’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), che ha seguito le operazioni di vigilanza preventiva-collaborativa finalizzata a verificare la conformità degli atti di gara alla normativa di settore e a individuare clausole e condizioni idonee a prevenire tentativi di infiltrazione criminale.
La proposta dell’Rti
Secondo quanto dichiara l’Agenas, «la proposta dell’Rti garantirà l’interoperabilità con le componenti comuni, condivise con l’architettura applicativa del Fascicolo sanitario elettronico 2.0 e con l’ecosistema dei dati sanitari». Il progetto nasce con l’obiettivo essenziale di favorire l’omogeneità delle cure territoriali su tutto il territorio nazionale, semplificando la presa in carico dei pazienti, sia in fase acuta sia cronica. In tal modo si punta ad agevolare la deospedalizzazione e il potenziamento dei livelli di qualità e sicurezza delle cure di prossimità. Tra gli altri obiettivi, l’Agenas sottolinea la possibilità di «colmare il divario tra le disparità territoriali e offrire maggiore integrazione tra i servizi sanitari regionali e le piattaforme nazionali attraverso soluzioni innovative, codifiche e standard terminologici condivisi a livello nazionale; migliorare la qualità clinica e l’accessibilità ai servizi sanitari dei pazienti su tutto il territorio nazionale; dotare i professionisti sanitari di nuovi strumenti validati al fine di operare efficacemente in ogni processo sia individuale che multi-disciplinare; facilitare la programmazione, il governo e lo sviluppo della sanità digitale».
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