L’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), in collaborazione con l’Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (Altems), avvierà un progetto pilota di collaborazione pubblico-privato, «finalizzata allo sviluppo di un’attività di ricerca sui temi più critici relativi alla sostenibilità, resilienza e antifragilità del Servizio sanitario nazionale». Il progetto si focalizza sulla presa in carico di pazienti affetti da diabete e broncopneumopatia cronico ostruttiva (Bpco). L’iniziativa è illustrata nel “Modello di valutazione degli approcci alla gestione della cronicità”, nel quale si effettua un’analisi dell’impatto delle innovazioni tecnologiche e organizzative sugli esiti e gli altri elementi di valore nella cura delle due patologie. Viene presentato l’Health technology assessment (Hta), definito dall’Agenzia come «un processo basato sull’evidenza che mira a esaminare le conseguenze dell’implementazione di una tecnologia sanitaria considerando le implicazioni cliniche, di sicurezza, economiche, organizzative, sociali, etiche e legali generate dalla sua introduzione nella pratica clinica».

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Il modello di presa in carico attraverso l’Hta

Il documento dell’Agenas parte dal presupposto che l’innovazione tecnologica ha portato grandi benefici sia nella prevenzione sia nella cura di varie malattie croniche, quali appunto diabete e Bpco. L’adozione delle nuove tecnologie deve però considerare anche le pressioni finanziarie del Sistema sanitario. «L’assetto della struttura di offerta dell’assistenza sanitaria – si legge nel testo del Modello di valutazione – deve sempre più spesso tener conto di crescenti pressioni finanziarie, che in alcuni casi possono ritardare l’accesso universale dei pazienti alle più innovative tecnologie sanitarie. In questo contesto, la mancata adozione di metodi trasparenti per la valutazione equa e sistematica delle evidenze potrebbe indirizzare il sistema verso forme di razionamento a scapito della razionalizzazione della spesa sanitaria e, potenzialmente, verso l’esclusione di tecnologie che presentano un buon value for money, in favore di tecnologie obsolete o inefficienti». Per questo, l’Agenas sottolinea la necessità di definire Percorsi diagnostici terapeutici assistenziali (Pdta) in grado di stabilire il «migliore processo assistenziale finalizzato a rispondere a specifici bisogni di salute, sulla base delle evidenze scientifiche disponibili, adattate al contesto locale, tenute presenti le risorse disponibili».

I capisaldi del progetto

Come spiega il Modello di valutazione, «il progetto si propone, nell’ambito delle due aree cliniche identificate, di definire nuovi modelli di governo e gestione dei Servizi sanitari alla luce della dinamica di cambiamento legata all’attuazione dei progetti previsti dal Piano razionale di ripresa e resilienza (Pnrr)». Si fonda inoltre su pilastri ben definiti, quali: «le Regioni, le aziende sanitarie e le altre organizzazioni del Sistema sanitario sono i principali beneficiari dei risultati dell’attività di ricerca; la partecipazione al programma è aperta a tutti gli stakeholder del sistema; la governance del programma prevede la condivisione degli indirizzi con gli stakeholder attraverso adeguati strumenti con l’intento di valorizzare tutte le prospettive; il programma si sostiene grazie ai contributi (sponsorizzazioni) provenienti dalle organizzazioni e dalle imprese che intendono supportare finanziariamente l’iniziativa e cofinanziamento in “kind” da parte di Agenas e di Altems; le attività di ricerca sono realizzate da Agenas, Altems e da altri soggetti provenienti dal settore pubblico e da quello privato».

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