parafarmacia dei serviziIl presidente delle Libere Parafarmacie Italiane (LPI), Ivan Giuseppe Ruggiero, ha fatto sapere di aver collaborato con il gruppo misto-LeU (Liberi e Uguali) per la stesura di un emendamento alla legge di Bilancio, presentato al Senato. La proposta di modifica, spiega il dirigente, «è frutto del lavoro iniziato alla Camera con la deputata Michela Rostan, vice-presidente della commissione Affari sociali, che aveva presentato tre proposte di modifica che sono state successivamente stralciate». Quindi, a Palazzo Madama, è stato il senatore Vasco Errani – membro delle commissioni Bilancio e Igiene e sanità – ad essersi attivato.

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«L’emendamento – prosegue Ruggiero – permetterebbe di effettuare misurazioni e prestazioni analitiche di prima istanza rientranti nell’ambito dell’autocontrollo, di organizzare screnning e campagne di prevenzione anche all’interno delle parafarmacie». Si tratterebbe di «un passo importante verso l’abolizione delle diseguaglianze nella sanità italiana. I cittadini potrebbero avere a disposizione ulteriori canali di accesso per monitorare la loro salute e per le loro cure, come previsto dalla nostra Costituzione, puntando su un principio fondamentale della tutela della salute pubblica: quello della prevenzione». Il presidente delle LPI si è detto «molto felice del risultato, costato più di un anno di lavoro. Ho trovato sulla mia strada politici molto sensibili ai temi sociali e molto attenti a professionisti come coloro che sono titolari di parafarmacia, che da 11 anni attendono un provvedimento meritocratico che renda loro giustizia».

Secondo quanto riferito dall’Ordine dei farmacisti di Roma, la proposta (che ha superato il primo scoglio in commissione) «prevede che sia un decreto del ministero del Lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il ministero della Salute e d’intesa con la Conferenza delle Regioni a stabilire cosa, come e con quali limiti le parafarmacie potranno operare nel settore delle analisi di prima istanza. Esplicitamente esclusa, in ogni caso, l’attività di prescrizione e diagnosi, nonché il prelievo di sangue o plasma mediante siringhe o dispositivi equivalenti». Occorrerà dunque verificare quali saranno le scelte dell’Aula in merito.

Contrariamente a quello di Errani, altri due emendamenti sono stati bloccati in commissione al Senato. Si tratta di quelli che avrebbero imposto alle società di capitale di essere formate al 51% da farmacisti iscritti all’albo, ma che sono stati dichiarati «inammissibili per materia».

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