sunifar«L’approvazione della legge di sostegno ai comuni montani non solo non è sufficiente, ma è di certo un’occasione persa per le farmacie rurali». A spiegarlo a FarmaciaVirtuale.it è Alfredo Orlandi, ex presidente del Sunifar, secondo il quale «era stato fatto un lavoro importante con gli emendamenti avanzati in materia. Il fatto che tali proposte di modifica siano poi state trasformate in ordini del giorno ha certamente rappresentato una rottura di continuità rispetto all’approccio precedente».
Come noto, la legge ha ricevuto di recente il via libera dopo ben sedici anni di attesa e quattro legislature. Essa prevede uno stanziamento di 100 milioni di euro che, come affermato dallo stesso relatore alla Camera Ermete Realacci, non può coprire per intero le necessità dei comuni meno agiati, ma rappresenta una base di partenza. «Cento milioni di euro spalmati sulle migliaia di comuni interessati dal provvedimento equivalgono chiaramente ad un’elemosina. Poi se mi si chiede se sia comunque meglio di niente rispondo di sì, ma si sarebbe dovuto fare di più». Il riferimento di Orlandi è all’atteggiamento dei principali sindacati di categoria: «Il mio obiettivo non è quello di fare polemica, ma devo dire che si sarebbero dovuti ottenere risultati diversi. Insistere, verificare, esercitare pressione affinché le novità per le farmacie fossero incluse nel testo e non relegate a degli ordini del giorno. Stesso discorso vale anche per la legge sui finanziamenti ai comuni montani, che non contempla le farmacie. Anche in questo caso si sarebbe dovuto premere, monitorare, mantenere la barra dritta». Orlandi ricorda anche che «si sarebbe potuto ricalcare quanto previsto per le regioni che, purtroppo, sono state colpite dal dramma del terremoto. Qui i medicinali che normalmente sono oggetto di distribuzione diretta da parte delle aziende sanitarie locali possono essere distribuiti dalle farmacie convenzionate. Il che tra l’altro non comporta grandi cambiamenti, se si tiene conto dei costi indiretti, sostenuti dai cittadini di molte aree remote per andare a cercare i farmaci di cui hanno bisogno nei luoghi in cui oggi vengono distribuiti».

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