farmacie francesiSe la proprietà delle farmacie è aperta a tutti, le logiche di mercato non escludono i soggetti che, nel mondo della finanza, sono considerati i più “pericolosi”. Parliamo dei fondi di investimento speculativi, noti anche come hedge funds, che potrebbero sfruttare la possibilità di entrare nel capitale delle farmacie, non a fini di sviluppo ma per trarne benefici e, magari, rivendere poco tempo dopo centrando una plusvalenza. A lanciare l’allarme sulle possibili mire dei fondi speculativi sono i sindacati di categoria francesi, ed in particolare l’Union nationale des pharmacies de France (UNPF) e l’Association de défense de l’indépendance de la pharmacie (ADIP). Secondo le due sigle, in caso di arrivo degli hedge funds nel capitale delle farmacie, «le conseguenze potrebbero essere fatali per la rete e per il modello di farmacia territoriale». «L’ingresso dei fondi speculativi attraverso alcune catene potrebbe essere essere effettuato tramite partecipazioni in obbligazioni convertibili in azioni. Il risultato sarebbe disastroso per la professione e per i pazienti», hanno dichiarato i presidenti dei due organismi, Jean-Luc Fournival e Patrick Freva, secondo quanto riportato da Le Quotidien du Pharmacien. I dirigenti hanno invitato in questo senso le altre sigle di categoria a unirsi in un appello lanciato all’Ordine e al ministero della Salute. UNPF e ADIP hanno sottolineato che gli hedge funds porterebbero nel settore perdita di indipendenza e «l’obbligo di piegarsi alle strategia di offerta “prezzo/volume”», che creerebbe una distorsione della concorrenza. È proprio per questa ragione che, un mese fa, è nata in Francia l’ADIP, che si pone l’obiettivo di difendere l’autonomia dei titolari (Freva possiede un esercizio a Parigi). In poche settimana hanno aderito oltre cinquanta farmacisti: «Vogliamo difendere ad ogni costo il nostro modello. Se questi fondi metteranno un piede nel capitale delle farmacie, non ci sarà più nulla da fare». Il rischio, sottolinea il giornale transalpino, è che si tratti di una lotta di Davide contro Golia, dal momento che gli aderenti all’associazione hanno, ciascuno, un “peso” finanziario compreso tra 1 e 3 milioni di euro. E potrebbero scontrarsi con farmacie da 800 metri quadrati che raggiungono un fatturato di 15-20 milioni.

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