Le dimissioni di Michele Di Iorio diventano un “giallo”

Nella serata di venerdì 13 gennaio, FarmaciaVirtuale.it ha pubblicato un’intervista al presidente di Federfarma Napoli Michele Di Iorio, nella quale lo stesso ha smentito con forza una notizia che nelle ore precedenti lo aveva riguardato, secondo la quale il dirigente avrebbe rassegnato le proprie dimissioni dal ruolo di presidente di Federfarma Campania. «Non è affatto vero – ha affermato -, non mi sono mai dimesso. Ho detto che non mi sarei ricandidato di nuovo alla presidenza di Federfarma Campania, ma si tratta di una cosa ben diversa». In merito alle ragioni della mancata ricandidatura, il dirigente ha spiegato inoltre che «in questo momento il numero di incarichi che ricopro è troppo elevato. Sono presidente di Federfarma Napoli, membro del Consiglio nazionale dell’associazione e presidente di Credifarma». Le stesse affermazioni sono state quindi riportate anche in una seconda intervista, concessa in questo caso all’organismo d’informazione di Federfarma nazionale, Filodiretto. Alcune ore dopo, tuttavia, la nostra redazione ha potuto consultare una serie di documenti che sembrerebbero comprovare la notizia delle dimissioni. La ricostruzione della vicenda che ha potuto effettuare la nostra testata è pertanto la seguente: prima di Natale tre associazioni provinciali della Campania avrebbero inviato a Di Iorio una lettera nella quale chiedevano, secondo quanto previsto dallo statuto di Federfarma Campania, la convocazione del comitato esecutivo regionale. Ciò con l’obiettivo di approvare una mozione di sfiducia nei confronti dello stesso presidente dell’associazione regionale. Quest’ultimo ha quindi fissato la riunione dell’organismo dirigente per il 2 gennaio scorso. Durante tale incontro, Di Iorio avrebbe lasciato l’incarico: dimissioni che sarebbero state accettate dal comitato esecutivo. In attesa del rinnovo della carica (da effettuare entro 60 giorni) le funzioni di presidente sarebbero così state assunte dal vicepresidente Mario Flovilla. In pratica, dunque, la mozione di sfiducia non sarebbe stata posta ai voti, proprio in ragione delle sopraggiunte dimissioni di Di Iorio dalla carica di presidente.