Soddisfare le esigenze dei pazienti, ma anche affrontare le sfide attuali nel settore sanitario, nell’ambito della professione del farmacista nelle farmacie di comunità. Sono questi gli obiettivi principali del position paper “Farmacia 2030”, pubblicato dal Gruppo farmaceutico dell’Unione europea (Pgeu), organismo di rappresentanza delle farmacie di comunità in relazione ad iniziative legislative e politiche a livello europeo, riguardanti la professione e/o la salute pubblica, a cui afferiscono anche Fofi e Federfarma.
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Ciò attraverso dieci raccomandazioni chiave, evidenziate nel documento, tra cui «massimizzare i benefici dell’intervento delle farmacie di comunità per i pazienti e per i servizi sanitari, promuovendo servizi farmaceutici al fine di migliorare il risultati dei trattamenti e l’aderenza, nonché alla minimizzazione dei rischi», «coinvolgere i farmacisti di comunità attraverso l’erogazione di modelli di assistenza collaborativa», «garantire ai farmacisti di comunità l’accesso alle principali informazioni sanitarie dei pazienti e all’elenco dei farmaci che stanno assumendo», «consultare i farmacisti sull’integrazione di nuove soluzioni digitali nel settore sanitario», «consentire ai farmacisti di prendere parte al progresso della digitalizzazione della sanità, in qualità di fonti attendibili per informazioni sulla salute», «supportare i farmacisti nell’integrare la farmacogenomica, le regole cliniche convalidate e i dati reali provenienti dalla loro pratica quotidiana per migliorare la sicurezza del paziente», «supportare i farmacisti di comunità nell’offerta di servizi di screening, gestione dei farmaci, promozione della salute ed educazione nel contribuire a ridurre l’onere complessivo delle malattie croniche, «stabilire gli opportuni quadri normativi per massimizzare il valore della rete di farmacie territoriali altamente accessibili alle comunità che servono», «assicurare che i farmacisti di comunità possano erogare ai pazienti l’intera gamma di farmaci e dispositivi medici di cui hanno bisogno», ed infine «garantire che la remunerazione per i farmacisti di comunità rispecchi correttamente il loro contributo al fine di migliorare l’assistenza farmaceutica, riducendo l’onere per gli altri servizi sanitari e consentire la sostenibilità dei sistemi sanitari».
«È giunto il momento di riconoscere quello che è stato il contributo vitale della professione del farmacista per la salute delle persone negli ultimi decenni, oltre che guardare al futuro su come la professione possa migliorare ulteriormente questo contributo al fine di rafforzare i sistemi sanitari europei», spiega Michał Byliniak, presidente del Pgeu. «Alla luce delle sfide comuni per i sistemi sanitari europei – prosegue -, come la sostenibilità finanziaria, la carenza di operatori sanitari e il crescente aumento di malattie croniche, dobbiamo riconoscere, sostenere e sviluppare il ruolo dei farmacisti di comunità nella fornitura di servizi di assistenza e prevenzione altamente accessibili e di qualità per i pazienti». In tal senso, «i farmacisti di comunità – conclude Byliniak – vogliono utilizzare la loro posizione come professionisti sanitari altamente qualificati che lavorano nel cuore delle comunità europee per migliorare ulteriormente la salute pubblica in un ambiente sanitario in evoluzione che richiede un focus più personalizzato, centrato sul paziente e digitale».
Lo scorso gennaio in una lettera aperta, il Pharmaceutical group of the European union, aveva chiesto all’Europarlamento e alle istituzioni comunitarie di mantenere alta l’attenzione sulle questioni sanitarie.
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