«È necessario creare finalmente una strategia strutturale in grado di superare un problema non più tollerabile. La periodica carenza di farmaci è una piaga che spesso mette a rischio la salute dei pazienti. Chi ha bisogno di terapie non può vivere nell’angoscia di non avere a disposizione i medicinali per curarsi». Sono queste le parole di Giulia Grillo, ministro della Salute, a margine della notizia della convocazione di un tavolo con le istituzioni e gli attori della filiera farmaceutica con l’intento di affrontare il problema dei farmaci non reperibili. Nello specifico, il ministero ha convocato, per martedì 2 luglio 2019 presso la propria sede, diverse sigle tra cui Aifa, Agenas, Regioni, Farmindustria, Assogenerici, Federfarma, distributori e grossisti.
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Per i farmacisti italiani dunque si potrebbe accendere un barlume di speranza e veder eliminato con un intervento risolutivo il problema dell’approvvigionamento di determinati medicinali. Come è noto, la carenza di un farmaco sul mercato differisce dalla sua indisponibilità per motivi principalmente legati alla sottrazione dal mercato italiano di quantitativi di medicinali in favore di piazze più redditizie, queste ultime presenti in Europa. Problematica che, quotidianamente, porta alla riduzione di quantitativi importanti di farmaci attinenti a diverse aree terapeutiche mettendo i pazienti in condizione da intraprendere veri e propri pellegrinaggi. Non solo. Anche i farmacisti costituiscono una parte lesa, considerato l’esigua quantità di tempo spesa nel dover giustificare agli utenti finali i motivi di quanto accade.
Un esempio tra tanti, quello del Sinemet, noto farmaco antiparkinson. Grazie all’azione delle associazioni di pazienti, il caso è venuto a galla avendo grande risalto sui mass media. Tam-tam mediatico che probabilmente ha portato l’Agenzia italiana del farmaco a disporre il blocco del farmaco verso i mercati esteri attraverso la pubblicazione di una determina ad-hoc. Iniziativa che ha incassato sin da subito il sostegno di Federfarma, che tuttavia ne ha chiesto un’integrazione anche per i medicinali Neupro, Keppra e Vimpat, al fine di salvaguardarne le disponibilità in Italia.
Situazione che, forse a causa della continua persistenza del fenomeno e dei gravi disagi arrecati ai pazienti, è stata presa in carico dai “piani alti”, inducendo la titolare del dicastero ad un’iniziativa congiunta. «Per questo – conclude Grillo – va fatto un lavoro integrato tra chi produce, chi distribuisce e i farmacisti già nel Decreto Calabria, all’articolo 13, abbiamo previsto importanti norme su cui ho ricevuto il pieno sostegno da parte delle associazioni dei pazienti e dei rappresentanti delle aziende del settore. Sono certa che con il contributo di tutti potremo superare le criticità e garantire il diritto alla continuità terapeutica a ogni paziente. Adesso si tratta di passare dalle parole ai fatti».
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