Il Ddl che deve convertire in legge il decreto del 14 dicembre 2018, n. 135, in materia di “disposizioni urgenti in materia di sostegno e semplificazione per le imprese e per la pubblica amministrazione”, approderà nell’Aula di Montecitorio a partire da oggi, 5 febbraio 2019. Come deciso dalla conferenza dei capigruppo l’intera settimana sarà dedicata all’esame del provvedimento. Il gruppo Liberi e Uguali ha presentato, secondo quanto riferito dall’associazione Libere Parafarmacie Italiane, due emendamenti di particolare interesse per il mondo delle farmacie e delle parafarmacie.

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Essi prevedono che «al fine di semplificare l’acceso al farmaco e stimolare lo sviluppo del settore», sia consentita la vendita all’interno degli esercizi di vicinato anche dei «medicinali di cui all’articolo 8, comma 10, lettere a), e c), della legge 24 dicembre 1993 n. 537 nonché di tutti i farmaci o prodotti non soggetti a prescrizione medica, ad eccezione dei medicinali prescritti dal medico su ricettario del servizio sanitario nazionale». Ovvero della fascia C, sulla cui possibile liberalizzazioni la categoria discute ormai da parecchi anni. «La dispensazione al pubblico dei medicinali comunque classificati è in ogni caso riservata in via esclusiva al farmacista», precisano i testi delle proposte emendative.

Inoltre, le richieste di modifica avanzate da LeU prevedono che per le società di capitali «i soci, rappresentanti almeno il cinquantuno per cento del capitale sociale e dei diritti di voto, debbano essere farmacisti iscritti all’albo. Il venir meno di tale condizione costituisce causa di scioglimento della società, salvo che la società non abbia provveduto a ristabilire la prevalenza dei soci farmacisti professionisti nel termine perentorio di sei mesi». Ancora, la richiesta di modifica propone che «in tutte le strutture sanitarie private, ove sono utilizzati farmaci, l’approvvigionamento, la conservazione, l’allestimento e la distribuzione degli stessi debba avvenire sotto la responsabilità di personale farmacista opportunamente inquadrato nell’organigramma secondo le dimensioni della struttura».

Ivan Giuseppe Ruggiero, presidente delle LPI, ha commentato con soddisfazione le proposte: «Ritengo che questi emendamenti siano l’espressione di una lotta meritocratica-sociale. Non sono le mura a garantire la salute pubblica dei cittadini, ma i farmacisti».

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