aumento-della-tariffa-notturnaFederfarma ha fatto sapere, attraverso l’organo di informazione ufficiale “Filodiretto”, di aver affidato al costituzionalista e docente presso l’università Sapienza di Roma, Massimo Luciani, l’incarico di predisporre gli atti difensivi a tutela dello stesso sindacato dei titolari di farmacia, in relazione al contenzioso incardinato presso il Tar del Lazio dall’associazione Articolo 32-97 e dal Codacons. Oggetto del contendere, l’aumento delle tariffe per l’acquisto dei farmaci nelle farmacie in orario notturno. Come noto, infatti, il supplemento a carico dei cittadini è stato aumentato da 3,87 euro a 7,50 euro.
Dapprima Il Fatto Quotidiano, quindi Striscia la Notizia hanno sollevato un vespaio di polemiche attorno all’aumento, parlando di onere ingiustificato ai danni dei cittadini e perfino, nel caso della trasmissione televisiva, di «rapina». La vicenda finirà dunque di fronte ai giudici amministrativi: a decidere di affidare la difesa di Federfarma a Luciani è stato il Consiglio di presidenza che si è riunito a Roma nella giornata del 17 gennaio 2018 per discutere, tra gli altri punti all’ordine del giorno, della questione del ricorso (che è stato depositato anche contro il ministero della Salute).
«Durante i lavori del Consiglio – ha specificato l’associazione di categoria – è stato anche ribadito che, contrariamente alle voci circolate in questi giorni per cui la tariffa notturna riguarderebbe soltanto i farmaci con obbligo di prescrizione, viene invece applicata anche ai farmaci senza obbligo di prescrizione e quindi SOP o OTC. Il dato certo, poco veicolato anche sugli stessi mezzi di comunicazione che hanno riportato la notizia dell’aumento della tariffa, è che l’assistito non paga se la ricetta è in regime di Ssn ed è stata prescritta dalla guardia medica, dal pronto soccorso o da un medico di famiglia che ne ha certificato il carattere di urgenza. E non paga neanche nel caso in cui la farmacia svolga il servizio notturno restando aperta, cioè con la saracinesca alzata». Una modalità, quest’ultima, «sempre più diffusa nel nostro Paese da quando nel 2012 sono stati liberalizzati gli orari di apertura, dando la possibilità ad ogni singola farmacia di decidere quando e come rimanere aperta».

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