«Quella sui versamenti F24 del 16 marzo 2020 è una proroga “annunciata” ma prontamente smentita». La provocazione arriva da Silvia Di Domenico, commercialista, che spiega a FarmaciaVirtuale.it una vicenda che ha lasciato «più di un amaro in bocca tra contribuenti e professionisti».

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«Da più parti – ripercorre l’esperta – sia dal governo sia sui giornali, si era paventata nella scorsa settimana una sospensione dei molti versamenti che sarebbero arrivati a scadenza lunedì 16 marzo. In realtà, tra noi professionisti lo scorso venerdì è iniziata a circolare la notizia che la sospensione sarebbe stata ampiamente ridimensionata, con gravi conseguenze per imprese e operatori del settore. E, nel pomeriggio, il ministro dell’Economia ha rilasciato, tramite un comunicato stampa, il seguente laconico messaggio: “Coronavirus: prorogati termini versamenti fiscali 16 marzo, nuove scadenze e sospensioni in prossimo decreto legge. I termini relativi ai versamenti previsti al 16 marzo saranno differiti con una norma nel decreto legge di prossima adozione da parte del Consiglio dei ministri, relativo alle misure per il contenimento degli effetti dell’epidemia di Covid-19. Il decreto legge introdurrà anche ulteriori sospensioni dei termini e misure fiscali a sostegno di imprese, professionisti e partite IVA colpite dagli effetti dell’emergenza sanitaria”».

Successivamente, però, «nel fine settimana, del decreto legge si sono perse le tracce, anche se per fortuna nella giornata di domenica 15 marzo è circolata qualche versione della bozza sulla quale noi professionisti abbiamo potuto iniziare a “lavorare”, pur nell’evenienza che tutto venisse stravolto nel testo definitivo». Si è così arrivati al lunedì 16 marzo senza conferme ufficiali, in una situazione di stallo «proseguita fino all’alba di mercoledì 18, quando si è appreso della pubblicazione in Gazzetta del decreto». Quest’ultimo, prosegue Silvia Di Domenico, ha concesso «4 giorni in più, dal 16 al 20 Marzo, per tutti i versamenti fiscali e contributivi, per tutti i soggetti, relativamente a tutti i versamenti relativi alle ritenute e alle addizionali Irpef, alle trattenute nel mese di febbraio 2020, al versamento dell’IVA relativa a febbraio 2020, al versamento del saldo IVA annuale 2019, della Tassa Concessioni Governative Libri Sociali (per le Società di capitali), dei contributi INPS, relativi al mese di febbraio, di dipendenti e parasubordinati».

Soltanto per le attività maggiormente colpite dalla crisi epidemiologica, vale a dire Turismo-Sport-Cultura-Intrattenimento, e a prescindere dal volume d’affari 2019, è stato disposto che «la sospensione riguarda l’arco temporale dal 2 marzo al 30 aprile 2020» e che essa «riguarda solo le ritenute sui redditi di lavoro dipendente e assimilati e l’Iva». Inoltre «si stabilisce la ripresa delle ostilità dal 31 maggio 2020, senza interessi e sanzioni, o in unica soluzione o in 5 rate mensili di pari importo, prevedendo una disciplina di maggior favore per le federazioni sportive nazionali, gli enti di promozione sportiva, le associazioni e società sportive, professionistiche e dilettantistiche, per i quali la proroga sui versamenti relativi a ritenute, contributi previdenziali e premi INAIL, si applicherà fino a 31 maggio 2020, con ripresa delle ostilità dal 30 giugno 2020, senza interessi e sanzioni, o in unica soluzione o in 5 rate mensili di pari importo».

Si fa quindi salva «la precedente normativa prevista per i comuni delle cosiddette “zone rosse di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna”». Infine, sono previste disposizioni per un’ultima platea di soggetti: quelli con volume d’affari 2019 inferiore ai 2 milioni: «Si tratta dell’unica nella quale possono rientrare le farmacie», precisa la commercialista. «La norma prevede la sospensione nell’arco temporale dall’8 al 31 marzo 2020», ma «riguarda solo le ritenute sui redditi di lavoro dipendente e assimilati e l’Iva» e «stabilisce la ripresa delle ostilità dal 31 maggio, senza interessi e sanzioni, o in unica soluzione o in 5 rate mensili di pari importo». In conclusione, osserva Di Domenico, quella adottata è «una proroga in via generale piuttosto smentita dai fatti, cioè da un testo che abbiamo potuto toccare con mano solo a due giorni dalla scadenza originaria e solo prima di due giorni dalla nuova scadenza concessa».

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