Undici farmacisti indagati per truffa aggravata in provincia di Trento

Undici farmacisti della provincia di Trento sono stati denunciati per associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata e al falso ideologico. A riferirlo è il Corriere del Trentino, che indica come i professionisti «avrebbero messo in piedi un sistema di frode al fine di ottenere rimborsi sanitari irregolari». Le indagini sono curate dal Nucleo di polizia tributaria della provincia autonoma e sono dirette dalla procura di Rovereto. Il quotidiano locale indica come inizialmente siano stati indagati unicamente i proprietari di due farmacie, mentre successivamente l’inchiesta si sia allargata anche ai dipendenti. «Gli elementi acquisiti nel corso delle indagini hanno portato al sequestro, per la futura confisca, di quasi 43.800 euro che secondo l’accusa sarebbero relativi agli indebiti rimborsi percepiti dai farmacisti in seno alla società, che è stata segnalata alla procura di Rovereto per responsabilità amministrativa derivante da reato». Sempre secondo quanto riportato, «i farmacisti avrebbero chiesto all’azienda sanitaria provinciale dei rimborsi relativi all’avvenuta consegna a pazienti di farmaci e presidi sanitari in realtà mai consegnati, bensì trattenuti e venduti in nero a terzi. In altri casi sarebbero stati riutilizzati fustelle e codici a barre recuperati da confezioni già vendute ad altri clienti, pazienti ai quali venivano chieste, a volte, autorizzazioni in bianco al ritiro dei presidi medici consegnandone, però, quantitativi inferiori e chiedendo invece il rimborso per l’intera quantità». Il Corriere del Trentino cita tuttavia un avvocato che tutela quattro degli indagati, secondo il quale «non c’è stato alcun comportamento illecito: siamo pronti a dimostrarlo nelle sedi opportune. I miei assistiti respingono le accuse di natura criminosa e sono pronti a difendersi nel corso del dibattimento. Come primo atto difensivo è stata depositata un’istanza di riesame».