«Faccio miei i corretti e puntuali rilievi già esplicitati dal presidente nazionale Dott. Marco Cossolo nella sua nota dello scorso 9 giugno, soprattutto in merito al rilevante disagio della operatività del sistema previsto, dal momento che tale tipologia di memorizzazione e trasmissione pare comunque prevista già a decorrere dal prossimo 1 gennaio 2020 per tutti i soggetti, a prescindere dal loro volume di affari». Comincia così la missiva firmata da Luigi Sauro, presidente di Federfarma Molise, all’indirizzo di Giovanni Tria e Luigi Di Maio, rispettivamente titolari dei dicasteri dell’Economia e dello Sviluppo Economico, del Lavoro e delle Politiche Sociali. Come è noto, dopo la riunione di lunedì 10 giugno 2019 svolta presso il ministero dell’Economia e delle Finanze, Federfarma aveva reso noto che «anche le farmacie, dal primo luglio, dovranno dotarsi di un Registratore Telematico». In tale occasione, l’associazione sindacale aveva confermato che la Ragioneria generale dello Stato e dell’Agenzia delle entrate non avrebbero pubblicato entro il primo luglio il previsto decreto relativo alla modifica dei tracciati dei dati fiscali attraverso il flusso informativo Sistema TS. Rendendo così necessario l’adeguamento mediante aggiornamento o sostituzione ex novo dei misuratori fiscali delle attività con fatturato superiore a 400mila euro annui.

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Proprio quest’ultima condizione, alla luce delle tempistiche sempre più stringenti per i produttori di Registratori Telematici, ma anche perché non poche attività, sperando in una proroga dell’ultimo minuto, hanno preso sottogamba la necessità di tale adempimento, ha portato il dirigente sindacale alla decisione di scrivere ai ministri. «Mi permetta – prosegue Sauro – di aggiungere alcuni miei complementari rilievi. Lei è assolutamente a conoscenza dello stato, economico e non, in cui versa un enorme numero di piccole farmacie, e dei circa 3.000 colleghi farmacisti titolari di esigui presidi sul territorio, riconosciuti ex lege quali titolari di sedi disagiate. Basti al proposito riflettere sugli opportuni interventi legislativi pregressi, che, prendendo le mosse da tale sfavorevole dato di fatto, hanno dovuto esentare le piccole farmacie da gravosi oneri (vedasi il particolare regime di sconto), evidentemente riconoscendone le quotidiane difficoltà».

«Orbene – si legge nella lettera -, il provvedimento al proposito del quale le scrivo, finirebbe oggi per ignorare tale già riconosciuto stato di fatto, aggraverebbe le oggettive già esistenti difficoltà, e per di più comporterebbe l’accollo, in capo agli stessi farmacisti, di un ulteriore sacrificio economico, oltre che di ulteriori complicazioni nella già ardua attività professionale giornaliera». Dunque, l’appello di Sauro: «Per le ragioni suesposte, auspico un deciso ripensamento in merito alle modalità, alle tempistiche ed alla estensione del provvedimento in oggetto. Con l’auspicio di un positivo riscontro, distintamente ossequio».

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