L’Associazione Scientifica Farmacisti Italiani ha replicato al servizio di Striscia la Notizia in tema di farmaci salvavita non presenti in tutte le farmacie, spiegando che «il compito principale svolto dalla rete delle farmacie nel nostro sistema sanitario consiste nel rendere immediatamente disponibili i farmaci necessari al cittadino, anche e soprattutto quelli a base di principi attivi destinati al trattamento delle condizioni di massima emergenza. È questa la principale ragione per cui è prevista una distribuizione ordinata e capillare delle farmacie».
«Tra i farmaci utili nelle emergenze sanitarie – prosegue la sigla sindacale – occupano una posizione di primo piano gli antidoti, che svolgono un ruolo essenziale nei casi di avvelenamento acuto. Il principale antidoto disponibile nelle farmacie aperte al pubblico è senz’altro il naloxone, antagonista puro dei recettori oppioidi μ δ e κ, che ha la capacità di annullare rapidamente gli effetti deprimenti sul centro del respiro dell’eroina e delle altre droghe d’abuso che agiscono sugli stessi recettori. Ciò rende tale farmaco un vero e proprio “salvavita”, nei casi di overdose da stupefacenti oppioidi». Proprio per le sue caratteristiche, il naloxone fiale è un Sop, e può quindi essere dispensato senza ricetta medica. «Date queste premesse, il servizio dal titolo “Farmaco salvavita poco disponibile“, trasmesso da Striscia la Notizia nella puntata del 9 giugno, è stato particolarmente dannoso per l’immagine della nostra categoria. Ha dato l’impressione che essa sia legata più al rispetto di formalismi legislativi (la richiesta della ricetta, per altro non necessaria) che all’affiancamento del paziente nella soluzione dei suoi problemi. Nessuno che abbia chiesto alla cliente i motivi che la spingevano a richiedere di acquistare quel farmaco, che si sia informato se la cliente ne conoscesse le caratteristiche e l’uso corretto, e nessuno che si sia proposto di aiutarla».
Ancora, aggiunge l’Asfi, «è chiaro che il numero di farmacie scelte non rappresenta un campione statistico significativo, ma ciò non toglie le conseguenze negative. In un momento in cui il nostro ruolo professionale e sociale è sotto attacco da chi vuole svilirci a semplici venditori passivi di farmaci ed altro, il farmacista territoriale non può farsi trovare impreparato. Noi farmacisti siamo gli operatori sanitari in cui i nostri concittadini hanno più fiducia, e a cui si rivolgono sicuri di essere aiutati anche nei momenti di massima emergenza, e da cui si aspettano una risposta puntale e precisa, ed un aiuto concreto nella gestione di tutte le problematiche sanitarie».
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