Nel corso del convegno “Il valore sociale del farmaco equivalente: l’importanza della comunicazione farmacista-cittadino”, svoltosi il 22 ottobre 2022 durante FarmacistaPiù, Salvatore Butti, general manager e managing director di EG Stada Group, ha fatto il punto sulla diffusione e conoscenza dei medicinali equivalenti in Italia. «Mi sorprende che nel 2022 si debba ancora ribadire l’efficacia dei farmaci equivalenti – ha esordito -. Ma dobbiamo ancora affrontare tanti luoghi comuni su questo tema, perché c’è chi pensa che se i medicinali equivalenti costano meno non funzionano come gli originali. Del resto nel mondo ci si cura con i farmaci equivalenti fin dagli anni Ottanta e l’Italia, essendo partita in ritardo, inizia solo ora a recuperare terreno». Butti ha fatto presente che i dati sulla diffusione degli equivalenti nel nostro Paese iniziano a essere importanti, sia a livello ospedaliero sia territoriale. Occorre però sensibilizzare maggiormente i cittadini e far loro comprendere il valore di questa opzione.

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«I generici permettono un accesso universale alle cure»

Il ruolo sociale dei farmaci equivalenti è stato fortemente ribadito da Butti. «Se non fosse per i generici – ha sottolineato – oggi il nostro sistema sanitario avrebbe necessità di 4 miliardi di euro in più per garantire lo stesso accesso alla salute. Il farmaco equivalente sostiene l’accesso alle cure di tutta la popolazione. Ritengo che il sistema messo in atto in Italia sia valido. Quando scade un brevetto e arriva il farmaco generico, automaticamente per il nostro servizio sanitario il risparmio è su tutta la molecola perché ci sono le liste di trasparenza e un prezzo di riferimento. Dal punto di vista della spesa pubblica, quindi, il risparmio è immediato. Oggi non potremmo rivendicare un sistema sanitario universalistico, se non ci fosse questa dinamica che consente di dare accesso ai farmaci innovativi, liberando risorse per altri scopi».

L’importanza della comunicazione al cittadino

Butti ha infine messo in evidenza l’importanza di far conoscere alla popolazione le dinamiche che permettono di immettere un farmaco generico sul mercato, al fine di sfatare i luoghi comuni. «Molti concetti non sono chiari a tutti. Occorre ribadire che esiste un periodo di tutela per chi brevetta un medicinale, che consente all’azienda di rientrare dei notevoli investimenti sostenuti per sviluppare l’innovazione. I farmaci equivalenti costano meno perché non hanno dovuto sostenere i costi della ricerca. Inoltre, le aziende che producono i farmaci equivalenti sono vere e proprie industrie farmaceutiche, con una presenza spesso internazionale, e garantiscono la qualità del medicinale equivalente. Queste informazioni vanno trasmesse ai cittadini. Le modalità di comunicazione e il linguaggio usato sono elementi fondamentali per proporre un farmaco generico nel modo corretto».

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