ricetta-elettronica-situazione-italiaSecondo la legge 221 del dicembre scorso, per fine anno dovrebbero arrivare ad almeno il 60% del totale. L’introduzione della ricetta elettronica in sostituzione della rossa sta seguendo un processo tortuoso e non privo di incidenti, ma a che punto si è arrivati? Difficile, nel variegato panorama fatto di tempi, accordi e sistemi regionali differenti, nonché di penuria di informazioni ufficiali, riuscire a tracciare un quadro complessivo. Proviamo a riassumere i contorni della situazione in continuo aggiornamento.

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Come è noto, in origine fu il Progetto Tessera Sanitaria, avviato nel 2004 e articolato in tre fasi; le prime due riguardanti le prestazioni erogate e prescritte, ormai a regime, la terza che interessa appunto la dematerializzazione della ricetta. Tale fase, come illustrato in altre occasioni, prevede che il medico generi la ricetta elettronica inviando i dati telematicamente al Sistema informativo TS, comprensivi del numero di ricetta elettronica, codice fiscale del paziente ed eventuale esenzione. Le modalità per la dematerializzazione sono state definite con decreto del ministero dell’Economia e delle Finanze il 2 novembre 2011, di concerto con il ministero della Salute, e prevedono specifici accordi con le singole Regioni per la definizione dei cronoprogrammi. È proprio a tale proposito che emergono alcune tra le principali difficoltà, legate al fatto che ci sono Regioni che procedono alla trasmissione delle ricette attraverso il Sac, Sistema di accoglienza centrale di Sogei, e altre che fanno ricorso a propri Sistemi di accoglienza regionali (Sar). Appartengono al primo gruppo Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Sicilia e Valle d’Aosta, mentre al secondo e più numeroso tutte le altre. Per queste ultime è stato necessario prevedere tempi di adeguamento dei rispettivi sistemi. I problemi possono nascere dalla necessità di far dialogare gestionali molto diversi quali quelli dei medici e delle farmacie, come in Lombardia, dove il sistema adottato si chiama Siss, la sperimentazione della ricetta elettronica è partita da tempo stentando però a decollare e solo recentemente si è esteso il numero di farmacie coinvolte. Situazione problematica anche in Emilia Romagna, il cui Sar si chiama Sole, che è stata invece costretta a interrompere temporaneamente la sperimentazione. Per non parlare di una criticità già messa in evidenza più volte da FarmaciaVirtuale e che vale per tutti, indipendentemente dal sistema usato, vale a dire la continuità e potenza della rete Internet.

Eppure, come si ricordava, la legge 221 del 17 dicembre 2012 stabilisce che le prescrizioni elettroniche siano non inferiori al 60% nel 2013, all’80% il prossimo anno e al 90% nel 2015. Traguardi ambiziosi, soprattutto per quel che riguarda la fase attuale, in cui raggiungere l’obiettivo prefissato – ha spiegato in precedenza a FarmaciaVirtuale Giovanni Petrosillo di Promofarma – non sarà sicuramente possibile. Il ministero dell’Economia e quello della Salute, fa sapere quest’ultimo, stanno conducendo un monitoraggio per verificare lo stato di avanzamento della ricetta dematerializzata nelle diverse Regioni; gli ultimi dati disponibili sono relativi al periodo gennaio-maggio, da cui emergerebbe che tutte le Regioni stanno procedendo, «anche se – ammettono dal ministero della Salute – in modo non omogeneo».

In particolare, stanno definendo o perfezionando il cronoprogramma Piemonte, Liguria, Umbria, Marche, Lazio. Per le Regioni che si avvalgono del Sac, stando ai dati del ministero si va dalle 58 ricette dematerializzate dell’Abruzzo, 189 in Basilicata, 665 in Molise, 667 in Campania, 685 in Calabria, alle 2474 della Sicilia. La Valle d’Aosta è partita recentemente, mentre per le Regioni che hanno il Sar, poiché le ricette non vengono trasmesse tramite il sistema centrale, i relativi dati non sono ancora a disposizione del ministero. «Si ritiene che per il prossimo mese di ottobre – annunciano a FarmaciaVirtuale – si possa avere un quadro più completo e puntuale dell’effettivo stato dell’arte della dematerializzazione della ricetta medica per tutte le Regioni».

Nonostante l’impegno dei farmacisti, la ricetta elettronica è dunque assai distante dalla meta. «Si è ancora lontani – racconta a FarmaciaVirtuale il responsabile di una importante software house che preferisce rimanere anonimo –; per il Ministero valgono tutte le ricette elettroniche, sia effettuate con la web application che dai gestionali, ma usare solo la web application è giocare, non è gestire davvero la ricetta elettronica, perché tutte le operazioni vanno riportate a mano. Sperimentazione è quando tutto funziona a flusso; solo con l’integrazione nei gestionali si può verificare davvero se la ricetta elettronica funziona. La web application va bene come pre-test, o nel caso di blocco dei gestionali, come eccezione o ancora di salvezza, ma non può essere considerata la start up vera di un progetto così importante». Le ragioni dello stallo? «Oltre a tutte le difficoltà legate ai sistemi di accoglienza, si è fermi sul fronte dei medici nell’attesa di un accordo su chi debba finanziare i gestionali che consentano un flusso integrato. I medici che fan parte della sperimentazione si limitano a poche ricette elettroniche, perché il tempo richiesto è molto lungo, dato che senza tale sistema integrato i dati vanno inseriti due volte, sulla web application e sul proprio gestionale». E sul fronte farmacisti? «Il farmacista “subisce” la ricetta elettronica; è obbligato a uniformarsi col gestionale per poter lavorare, per non perdere il cliente, che se non trova disponibilità a veder eseguita una ricetta dematerializzata, ovviamente si rivolgerà a un’altra farmacia».

S/C

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