Sono diversi i provvedimenti che nelle ultime settimane hanno impattato sul mondo delle farmacie, in seguito all’emergenza coronavirus. Tra questi, la facoltà di inviare per via telematica il Numero di ricetta elettronica (Nre) e, in diverse regioni, la possibilità di utilizzare un registro con la finalità di raccogliere tutte le fustelle in un unico punto, senza la necessità di stampare il singolo promemoria di ricetta elettronica. A questi si aggiunge l’erogazione di farmaci in Dpc mediante il sistema demeterializzato. Procedure che, se da un lato hanno rallentato le operazioni di accoglienza dei pazienti in farmacia, dall’altro offrono diversi spunti di riflessione.

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In proposito, l’Associazione nazionale professionale farmacisti non titolari (Conasfa), anche alla luce dell’avvio della ricetta veterinaria elettronica, pone un interrogativo: «Si potrebbe procedere alla digitalizzazione per farmaci di Classe C?». La sigla evidenzia che «l’esperienza della ricetta veterinaria con il “suo” countdown e durata temporale è un esempio evidente e pragmatico». Per questo motivo, «Conasfa da qualche tempo richiede questa implementazione, per facilitare il controllo di questi farmaci nella triangolazione medico-farmacista-utente».  Ciò con la finalità di ridurre «abusi nell’utilizzo, perpetrati molto spesso per le motivazioni più varie “giustificate” e non». In definitiva, secondo quanto evidenzia la sigla, «con questa evoluzione il farmacista e il medico avrebbero pieno controllo sulla tracciabilità e l’utilizzo di questa tipologia di farmaci».

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