Il 19 marzo è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Regolamento UE 2021/468 che vieta l’uso degli idrossiantraceni negli integratori alimentari e di conseguenza anche in alcuni prodotti a base di Aloe. Alla luce di tale pubblicazione, Federsalus, associazione nazionale dei produttori e distributori di prodotti salutistici rappresentativa del settore degli integratori alimentari, aveva ribadito che non tutti i prodotti a base di Aloe sono banditi, ma solo quelli contenenti idrossiantraceni. Per far luce sugli ulteriori aspetti della vicenda, FarmaciaVirtuale.it ha raccolto l’opinione di Maria Delfina Gandolfo, direttrice generale di Federsalus.

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Perché la necessità di vostri chiarimenti sul Regolamento UE 468/2021?

«L’aloe è una pianta molto amata e conosciuta da tutti. Abbiamo voluto far chiarezza sul Regolamento UE 468/2021 perché cominciavano a girare notizie allarmanti per il consumatore che, al contrario, deve essere assolutamente rassicurato. La parte che contiene idrossiantraceni della foglia dell’aloe è solo quella esterna e non il gel interno. Tutta la polpa contenuta nella foglia può continuare a essere usata per la sua azione emolliente, lenitiva, depurativa e per il benessere della gola. Gli idrossiantraceni si trovano nella cuticola della foglia che è minore rispetto al gel contenuto internamente. L’attenta lavorazione della foglia, alla luce del Regolamento UE 468/2021, consente una precisa estrazione del gel interno, escludendo qualsiasi traccia di idrossiantrceni, presenti invece nella parte esterna. I prodotti in commercio contenenti parti derivanti dalla foglia non possono più essere commercializzati, come nel caso di preparati particolari utili per facilitare il transito intestinale».

Quali sono le vostre perplessità sulla posizione UE?

«Federsalus è sempre a favore degli studi scientifici a supporto di qualsiasi decisione che viene presa in questo campo. Le conclusioni dell’Efsa non erano così categoriche nell’indicare che gli idrossiantraceni sono genotossici, mentre la posizione della Commissione che ha valutato i dati dell’Efsa è stata più drastica. Non c’è stata una valutazione univoca da parte dell’Efsa, sono rimasti ancora dubbi che l’Efsa stessa ha sollevato. Nonostante ciò, la Commissione non ne ha tenuto conto e ha preferito mettere il bando su queste sostanze contenenti idrossiantraceni dell’aloe. Ci sono altri studi indipendenti, compresi quelli della Società italiana tossicologia (Sitox) – associazione scientifica dedicata alla tossicologia -, che sollevano dubbi sulla genotossicità degli idrossiantraceni. Nonostante ciò, questi studi non sono stati presi in considerazione. Dunque, non c’è una opinione univoca, categorica e inconfutabile. Le nostre aziende si adeguano ma i dubbi rimangono».

Qual’è l’impatto di tale restrizione sul mercato?

«Certamente questo regolamento sta creando molti problemi all’industria, anche se è sempre bene ricordare che, comunque, il 70% del mercato dei prodotti a base di aloe non contengono idrossiantraceni, e quindi possono essere ancora commercializzati. Solo la restante parte viene intaccata ed è relativa ai prodotti che contengono idrossiantraceni per alleviare i sintomi della stitichezza e favorire il transito intestinale. Bisogna anche aggiungere che, secondo noi, il regolamento adotta delle misure contrastanti, che potrebbero creare confusione, in relazione ad altri prodotti, in quanto continua ad essere permesso l’uso degli idrossiantraceni in aromi e farmaci. Proprio per l’impatto che questa regolamentazione ha sull’intero settore degli integratori alimentari, crediamo sia importante che anche l’Europa adotti una visione più ampia ed equa, consapevole dei rischi e possibili danni che può generare tale scelta».

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