Come ha reagito il mondo salute nella più grande crisi dal dopoguerra? Parte da questa domanda parte l’analisi elaborata da Carlo Ranaudo, docente presso l’università di Salerno, che ha esaminato l’andamento economico del mercato della salute dall’inizio della pandemia a oggi. «Un’analisi non semplice – dichiara il docente – visto che gli indicatori di mercato sono contrastanti. Di certo ci troviamo di fronte a un settore che non ha avuto quelle grandi sofferenze economiche che hanno colpito altri comparti come il turismo, i servizi o il commercio. Aziende farmaceutiche che rischiano la chiusura causa Covid ce ne saranno molto poche e altrettanto potrebbe dirsi, senza tema di grandi smentite, per le farmacie». Andando più a fondo, però, la situazione si rivela più complessa. «Se questo è un dato macro – spiega Ranaudo – entrando in un’analisi di maggior dettaglio le cose cambiano in maniera abbastanza sostanziale».
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Meno risorse alla farmacia, in aumento la spesa ospedaliera
Secondo Ranaudo, diversi fattori stanno gravando sulla sostenibilità economica della farmacia. «Il monitoraggio Aifa relativo al periodo gennaio-novembre 2020 – riferisce il docente – registra una spesa progressiva territoriale in calo di oltre il 3%, con un trend che continua a scendere ormai da quasi dieci anni. Una ricetta che pesa sempre meno, ma che in quest’ultimo anno si è anche sensibilmente ridotta nel numero (-5,6% rispetto allo stesso periodo del 2019). Per contro, la pandemia non ha arrestato la crescita della spesa ospedaliera che continua a essere sempre fuori controllo. Due punti percentuali in più rispetto al tetto programmato, che in termini economici si traduce con uno sforamento di oltre 2,5 miliardi di euro. Praticamente se in farmacia sono entrati 1,5 miliardi in meno rispetto a quanto preventivato dalla legge di bilancio 2019, tutto il risparmio viene assorbito, con gli interessi, dalla spesa ospedaliera».
Ma la farmacia continua a dimostrare la sua centralità nel settore salute
Nonostante le difficoltà economiche, la farmacia rimane un riferimento fondamentale e insostituibile per i cittadini. «Gli ultimi dati sulla vendita degli integratori resi disponibili da una ricerca per conto dell’associazione Integratori Italia – afferma Ranaudo – riportano una crescita del comparto del 3,2% sullo stesso periodo dell’anno precedente. Su oltre 3 miliardi di fatturato la farmacia assorbe il 77%, con un leggero incremento rispetto all’anno 2019: un chiaro segnale di centralità della farmacia nel mercato della salute, anche in un momento di grande distanziamento sociale. E forse, proprio questo aspetto ha reso ancora più evidente e importante il ruolo della farmacia con la sua territorialità e la continua disponibilità di servizi al cittadino. La vaccinazione, la teleassistenza, l’implementazione della Farmacia dei servizi potranno rappresentare un ulteriore elemento di centralità del ruolo della farmacia nel nuovo modello di sanità del post Covid. Creare e strutturare questo modello è la grande sfida che attende la farmacia italiana, ma è anche la grande opportunità di gestire e non subire il cambiamento».
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