Il ruolo del farmacista va oltre la semplice dispensazione dei farmaci ed è chiamato a un cambio radicale di modello, passando da una farmacia di dispensazione a una farmacia di relazione in cui la centralità passa dalla ricetta al cittadino paziente. In questa nuova realtà, il farmacista deve avere competenze scientifiche aggiornate e competenze comunicazionali, per relazionarsi con pazienti e familiari e diventare un punto di riferimento per la salute del paziente. La gestione multidisciplinare della terapia rappresenta un elemento indispensabile per una corretta terapia. Il nuovo modello di sanità territoriale incentrato sulla presa in carico del paziente in maniera globale attraverso le case della comunità rappresenta un’opportunità per la farmacia di diventare un elemento centrale dell’assistenza territoriale. Il farmacista deve dunque investire in formazione e valorizzare il lavoro di team per diventare un caregiver efficace e di successo. Questo e altro nell’intervista di FarmaciaVirtuale.it a Carlo Ranaudo, docente di farmacoeconomia, che affronta il tema della figura del farmacista come caregiver.

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In che modo il ruolo di farmacista va oltre la semplice dispensazione dei farmaci?

Il modello di farmacia ricetta centrica appartiene a un passato che di certo non ritornerà. La farmacia oggi è chiamata a una evoluzione o diciamo anche a un cambio radicale di modello. Da farmacia di dispensazione a farmacia di relazione in cui la centralità passa dalla ricetta al cittadino paziente. Ogni paziente che entra in una qualsiasi farmacia deve e vuole risolvere un suo problema e il farmacista oggi ha le competenze e la certificazione di poter prendere in carico questo paziente. Il Dm 77 del giugno 2022 lo sancisce in maniera inequivocabile. E questa opportunità non può essere sprecata.

Quali sono le competenze chiave per un farmacista che svolge anche il ruolo di caregiver?

Questa è una bella domanda perché coglie proprio l’essenza del passaggio o dell’evoluzione del modello. La popolazione italiana invecchia, l’età media si innalza ma contemporaneamente aumentano le patologie croniche e soprattutto la pluricronicità che conseguentemente comporta una pluriterapia a volte anche complessa. Dunque un farmacista che non si limiti alla pura e semplice dispensazione deve in primo luogo aggiornarsi continuamente da un punto di vista scientifico anche sulle terapie innovative che stanno per fortuna rientrando sempre di più in farmacia grazie alla Dispensazione per conto. Il paziente va aiutato e il primo requisito è il mantenimento di livelli di competenza elevati.

Come può il farmacista interagire con i pazienti e con le loro famiglie per assicurare che ricevano la giusta cura?

Quando parliamo di giusta cura dobbiamo stare attenti a non invadere il campo del medico che rimane l’unico professionista a decidere quale sia la giusta cura. Ma attenzione, una giusta cura per avere l’effetto terapeutico desiderato deve essere gestita in maniera corretta rispettando in pieno la prescrizione medica. Non sempre questo si verifica soprattutto quando ci troviamo di fronte alle pluriterapie. Il ruolo di supporto e di caregiver verso il paziente e i familiari che lo assistono rappresenta la chiara evoluzione del passaggio del modello da farmacia della ricetta a farmacia della relazione. Dunque relazionare con pazienti e familiari diventa indispensabile.

Quali sono i principali ostacoli che i pazienti incontrano nel gestire la propria terapia e come può affrontarli il farmacista?

Il principale ostacolo nella corretta gestione della malattia è la ridotta o mancata aderenza terapeutica spesso abbinata anche a una mancata persistenza. L’Aifa, nel suo rapporto sull’utilizzo dei farmaci nelle persone anziane, rileva che circa il 30% assume più di 10 sostanze al giorno. Spesso prescrizioni fatte da medici diversi ignari a volte delle terapie prescritte dai colleghi. La farmacia è il collettore di tutte queste terapie e ha perciò piena conoscenza del problema. Già oggi, ma soprattutto nel prossimo futuro, con l’attivazione del Fascicolo sanitario elettronico e in particolare del Dossier farmaceutico il farmacista conosce i farmaci, le sostanze e i pazienti, perciò ha tutti gli elementi per poter supportare paziente e familiari.

Come può il farmacista gestire la collaborazione con altri professionisti sanitari, come medici e infermieri, per garantire la continuità delle cure per i pazienti?

L’approccio multidisciplinare alla terapia rappresenta un elemento indispensabile di una corretta terapia. Il nuovo modello di sanità territoriale che si sta attuando con il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) è incentrato sulla presa in carico del paziente in maniera globale attraverso le case della comunità, in cui sarà garantita la presenza attiva delle figure del medico di famiglia e dell’infermiere di comunità. E come abbiamo già evidenziato la stessa norma di riordino dell’assistenza territoriale il Dm 77 chiarisce il ruolo centrale della farmacia legato anche alla dislocazione capillare su tutto il territorio nazionale. La prossimità della farmacia rappresenta l’elemento decisivo e la pandemia ha dimostrato quanto questo sia importante per i pazienti e per il sistema sanitario nazionale.

Quali sono le competenze e le conoscenze che i farmacisti dovrebbero acquisire per diventare caregiver di successo?

Abbiamo già parlato della necessità di approfondire le competenze scientifiche da parte del farmacista. L’elemento più importante, come ribadito oggi, è relativo alle terapie innovative. Il paziente si rivolge al farmacista per la terapia ma anche per tutte quelle evenienze a essa collegate e il farmacista deve essere in grado di consigliare e supportare. Ma di fianco è altrettanto importante che il farmacista si focalizzi anche sulle competenze comunicazionali. Saper ascoltare è fondamentale perché permette di poter e saper comunicare con successo. E successo significa avere la fiducia del paziente e di conseguenza fidelizzarlo alla sua farmacia. È molto più importante e soprattutto più redditizio fidelizzare la propria clientela che non cercare continuamente clienti nuovi. Una regola di marketing che si adatta in pieno alla farmacia di oggi e di domani.

Quali consigli daresti ai nuovi farmacisti che aspirano a diventare dei caregiver efficaci?

Gestire e non subire il cambiamento, investire in formazione a 360 gradi, sia in termini di competenze scientifiche che di competenze comunicazionali. Trattare il cittadino non come un cliente ma come un paziente che si affida a lui. E infine, ma non meno importante, valorizzare il lavoro di team: saper condividere anche all’interno della farmacia esperienze, successi e problemi, in modo da diventare il punto di riferimento per la salute del paziente e dei suoi familiari.

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