diminuisce-il-prezzo-di-un-farmacoCome si può determinare il danno derivante alla farmacia per la riduzione del prezzo al pubblico del farmaco? Si considera la differenza tra prezzo di acquisto vecchio e prezzo di acquisto nuovo, come io credo, oppure la differenza tra prezzo pubblico vecchio e prezzo pubblico nuovo?

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Ne abbiamo trattato altre volte ma è sempre bene parlarne.
Il pregiudizio che la farmacia subisce a seguito della riduzione del prezzo di un medicinale è dato – come Lei assume – proprio dalla differenza tra il prezzo di acquisto “vecchio” (quello effettivamente pagato, al netto dell’iva) e quello “nuovo” (sempre di acquisto e sempre al netto dell’iva), moltiplicata per le quantità giacenti in magazzino nel momento in cui si è verificata la riduzione.
In alternativa, è però anche possibile calcolare il danno agendo invece sulla “differenza tra prezzo pubblico vecchio e prezzo pubblico nuovo” del farmaco (iva compresa per entrambi), a condizione che l’importo ottenuto venga poi opportunamente ridotto sia, appunto, dell’iva, e sia anche del margine di guadagno, che – cumulativamente (ma approssimativamente) – corrispondono ad un 38/38,5% del valore così ottenuto.
Il primo metodo è sicuramente più corretto e preciso, però la maggior parte (se non forse tutti) dei softwares gestionali di farmacie produce elaborati che evidenziano la differenza tra i due diversi prezzi al pubblico e di conseguenza bisogna sviluppare il calcolo del danno patito dalla farmacia depurando la detta differenza di valore del magazzino della percentuale sopra indicata pari al 38/38,5%.
Per coloro che non riescono ad estrapolare dal software gestionale l’elaborato con la quantificazione del danno derivante dalle varie riduzioni dei prezzi che si susseguono nel corso di ciascun anno, il nostro Studio fornisce da tempo un prospetto excel da compilare con l’indicazione delle giacenze di magazzino presenti per ciascun prodotto che ha subito la riduzione di prezzo e, anche in questo caso, il confronto avviene tra i due diversi prezzi al pubblico che quindi, è bene ribadirlo, deve essere opportunamente ridotto dell’iva e del margine (sempre il 38/38,5%).
(roberto santori)

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