farmacista«L’abito fa il monaco? Con il farmacista sì!». È questo il titolo di un’iniziativa di sensibilizzazione organizzata dalla Conasfa, dall’Associazione dei farmacisti non titolari della provincia di Venezia (Afnt) e dal Sinasfa. Poter identificare i farmacisti dietro al banco rappresenta infatti una garanzia di particolare importanza per i pazienti: di qui la volontà di ribadire la necessità di non dimenticare mai “l’uniforme” della categoria. «Il farmacista – spiegano le tre organizzazioni – deve indossare il camice bianco e il caduceo, logo professionale dell’Ordine di farmacisti. Altre figure professionali con camici bianchi o di altri colori, in assenza del caduceo, indicano già a prima vista che non si tratta di professionisti del farmaco». Quello in capo ai membri della categoria – aggiungono Conasfa, Afnt-Venezia e Sinasfa – rappresenta «un obbligo etico, professionale e giuridico». Il farmacista è infatti «l’unico operatore che può dispensare farmaci all’utente, assieme ai necessari consigli per l’utilizzo degli stessi. Il cittadino, al contempo, ha il diritto e il dovere di rivolgersi al farmacista, che risponde da un punto di vista giuridico dell’esercizio della dispensazione del medicinale». La locandina predisposta dalle organizzazioni di categoria ricorda inoltre che il farmacista opera in farmacia, negli esercizi di vicinato (parafarmacie) e nei corner della salute all’interno della grande distribuzione organizzata. Ciò sulla base del principio secondo il quale «dove c’è il farmaco deve esserci il farmacista». Cosa devono fare dunque i pazienti nel caso in cui debbano ritirare un farmaco, o abbiano bisogno di un consiglio, ma non trovino il farmacista? Il consiglio è di chiedere di poter parlare con il professionista: «L’assenza del farmacista prefigura un possibile esercizio abusivo della professione e rappresenta un rischio per la salute pubblica». I pazienti sono stati inoltre invitati a «segnalare situazioni anomale all’Ordine dei farmacisti territoriale, il quale ha l’obbligo di verificare ed eventualmente procedere con azioni disciplinari». Si tratta infatti dell’organismo «deputato al controllo sull’esercizio della professione da parte dei farmacisti, a tutela della salute del cittadino».

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