parafarmacieUna farmacista molisana di 42 anni ha scritto una lettera al ministro della Salute Giulia Grillo. Nel documento, ripercorre il proprio percorso di studi e la ricerca di lavoro. Dall’università ai curricula inviati alle farmacie e alle porte chiuse che si è trovata di fronte. Quindi la decisione di aprire una parafarmacia lontano da casa, in Veneto, «in un quartiere di 2500 anime. Follia??? Beh, ci provo. Ci riesco e sono entusiasta! Sono sei anni che sono aperta, do il meglio di me, do un servizio al quartiere, ci metto anima e corpo, non va benissimo, a mala pena sopravvivo ma resisto nella speranza di un futuro migliore».

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Tuttavia, «una mattina mi sveglio e leggo sul giornale che è iniziata la procedura di accettazione sedi di un concorso scellerato che va avanti da sei anni. Dopo 15 giorni leggo che la sede presso cui c’è la mia parafarmacia è stata accettata. Aprirà una farmacia. Ed io che fine farò? In un quartiere così piccolo non possono coesistere una farmacia e una parafarmacia. Mi crolla il mondo addosso. Tutto il mio lavoro buttato nel cestino in meno di un attimo. Presto sarò costretta a chiudere. Perché?». La professionista poi si rivolge al ministro: «Un tempo esisteva solo il farmacista. Oggi la categoria è stata divisa in farmacisti titolari di farmacia e farmacisti titolari di parafarmacia. Ma che senso ha?». E infine: «Posso ancora sperare che qualcosa cambi a breve o non mi resta che chiudere la mia attività e riporre il mio sogno nel cassetto, chiuderlo a chiave e buttar via la chiave?».

Grillo ha risposto attraverso un video, nel quale ha dapprima ringraziato la farmacista, quindi le ha assicurato: «Su questo tema, come su altri, stiamo lavorando. Si tratta di una questione ampia, sulla quale occorre fare una riforma complessiva del sistema. Avvieremo un confronto con tutte le parti interessate, per cercare di arrivare ad una situazione condivisa».

Sulla questione sono quindi intervenuti anche Marco Cossolo, presidente di Federfarma di Silvia Pagliacci, presidente del Sunifar. Il primo ha spiegato di aver apprezzato, nelle parole del ministro, «la volontà di utilizzare il confronto come metodo di approccio ai problemi per ricercare soluzioni condivise. Affrontare il tema delle parafarmacie era già previsto nel programma con cui mi sono candidato alla guida di Federfarma. E l’attuale nuova dirigenza della Federazione già nella scorsa legislatura aveva avviato il confronto con le molteplici sigle dei colleghi che operano nelle parafarmacie: con alcune avevamo trovato punti in comune, con altre meno. Nonostante ciò resto convinto che solo mantenendo vivo il filo del dialogo si possono trovare soluzioni soddisfacenti e durature».

Secondo Cossolo, inoltre, «il confronto potrà essere anche l’occasione per presentarle il ruolo di presidio sanitario che le farmacie italiane hanno svolto e svolgono in favore della popolazione e che garantiscono anche quando operano in condizioni di oggettive difficoltà economiche. Dal confronto scaturirà finalmente maggiore chiarezza sull’importanza del ruolo della farmacia nell’ambito del SSN, anche sul fronte della governance del farmaco alla quale il ministro sta dimostrando di dare grande attenzione. Sarà importante, inoltre, tenere conto delle novità intervenute con la legge 124 sulla Concorrenza, che ha introdotto elementi di deregulation in favore di soggetti economicamente forti, indebolendo di conseguenza le farmacie di proprietà dei singoli titolari».

In riferimento alla lettera, poi, il presidente di Federfarma ha spiegato di aver «sempre compreso le istanze dei colleghi che lavorano negli esercizi di vicinato. Nel ricercare soluzioni devo però prestare la massima attenzione anche alle istanze dei colleghi titolari di piccole farmacie che, con grandi difficoltà danno concretezza alla universalità del SSN». Sulla stessa linea Silvia Pagliacci: «È necessario arrivare a una soluzione strutturale, che tenga conto di tutti i soggetti e non penalizzi i colleghi più fragili, a partire dai titolari di farmacie rurali e di farmacie rurali sussidiate che sopravvivono con un numero molto ristretto di utenti».

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