ritiro referti in parafarmaciaLa consegna di documentazione sanitaria può essere effettuata solamente in farmacia, oltreché presso le strutture che hanno redatto i referti. A ribadirlo è stato il Garante per la Protezione dei dati personali, Antonello Soro, nella relazione annuale per il 2016. «Nel 2016 – si legge nel rapporto – sono continuate a pervenire numerose segnalazioni riguardanti la consegna di documentazione sanitaria (referti, cartelle cliniche, certificati medici) a soggetti diversi dall’interessato. In alcuni dei casi esaminati è stato accertato che l’avvenuta consegna all’interessato di referti contenenti informazioni sanitarie di terzi o di certificati relativi allo stato di salute di altri soggetti era stata conseguenza di errori umani. Le strutture sanitarie coinvolte, nei cui confronti è stato avviato un procedimento sanzionatorio, hanno provveduto a modificare le procedure di consegna dei referti e della documentazione sanitaria, al fine di ridurre il rischio di errore umano e hanno avviato iniziative di formazione nei confronti del personale coinvolto in tali operazioni (note 9 maggio, 14 settembre e 21 settembre 2016). In merito alle modalità di consegna dei referti sanitari, si evidenzia anche il caso di una provincia dell’Italia settentrionale ove era stato avviato un servizio di consegna dei referti presso le erboristerie e parafarmacie locali: in questa circostanza si è invitato il titolare del trattamento al rispetto di quanto previsto dal quadro normativo vigente, secondo cui i referti relativi a prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale possono essere consegnati, oltre che presso la struttura sanitaria che li ha redatti, solo presso “farmacie pubbliche e private operanti in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale” (decreto del ministero della Salute dell’8 luglio 2011) e non anche per altre categorie di soggetti (nota 17 marzo 2016)».
In questo senso Soro cita il caso di «una provincia dell’Italia settentrionale dove era stato avviato un servizio di consegna dei referti in erboristerie e parafarmacie locali». «Devo dire che la trovo una discriminazione non giustificabile – commenta Marco Cetini, farmacista, titolare per anni di una parafarmacia e attualmente collaboratore in una farmacia ligure – perché non si capisce sulla base di quale ragionamento la privacy sia garantita all’interno delle farmacie e non nelle parafarmacie. Tra l’altro, mi domando se in farmacia sia sempre e solo il farmacista a consegnare il referto: al lavoro c’è anche personale non farmacista. E i farmacisti sono presenti in ogni caso anche nelle parafarmacie. Francamente mi sembra una regola campata in aria».

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