Si è tenuto a Bologna, il 27 ottobre 2023, il congresso “Microbiota revolution 2023. Dalla ricerca alla pratica clinica: a che punto siamo”, evento realizzato grazie al sostegno non condizionante di Alfasigma, che ha visto riuniti esperti italiani e internazionali per aggiornare la comunità medico scientifica sugli ultimi sviluppi della ricerca di base e clinica sul microbiota. Come emerso nel dibattito, il microbiota è una “rivoluzione”, vista la sua azione per il benessere dell’organismo, con implicazioni anche in patologie croniche e invalidanti. Nella sessione gli esperti hanno sottolineato che «nell’attuale momento storico stiamo assistendo al passaggio da studi puramente osservazionali sul microbiota a un nuovo approccio incentrato sull’analisi dei meccanismi d’azione della flora batterica e dei possibili effetti della sua modulazione sulla malattia».
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Microbiota target terapeutico interessante. Carmelo Scarpignato, docente di Medicina e farmacologia clinica allo United Campus of Malta e professore onorario di Medicina alla Chinese University of Hong Kong, ha ricordato che «la presenza di alterazioni del microbiota intestinale in diverse condizioni patologiche – gastrointestinali ed extra-gastrointestinali – permette di considerare il microbiota come un target terapeutico interessante. La sua modulazione e la correzione della disbiosi e della sovracrescita batterica dell’intestino si è rivelata efficace nell’ottenere un significativo miglioramento dei sintomi in alcune condizioni cliniche, come la sindrome dell’intestino irritabile o la malattia diverticolare del colon».
Studi hanno caratterizzato il microbiota e i suoi metaboliti. Secondo Giovanni Barbara, docente ordinario di Gastroenterologia, Alma Mater Studiorum Università di Bologna e Irccs Policlinico di Sant’Orsola, nonché direttore scientifico del Congresso, «per quanto riguarda la malattia diverticolare – patologia molto frequente soprattutto negli over 60 – da tempo si prospetta il ruolo del microbiota nella genesi dei sintomi e delle complicanze di tale condizione. Studi recenti, caratterizzando il microbiota e i suoi metaboliti, hanno rilevato alcune modificazioni importanti sia nel microbiota fecale che in quello stanziale vicino ai diverticoli, così come uno squilibrio importante a favore di un microbiota pro-infiammatorio, con riduzione di quelle popolazioni batteriche che hanno un effetto benefico».
Modulazione del sistema immunitario o effetti sul sistema endocrino intestinale. Secondo il professor Barbara «se è ormai noto che il cervello comandi e regoli una serie di funzioni del nostro organismo, comprese quelle digestive, meno conosciuta è l’interazione in senso opposto, ovvero come il nostro apparato digerente può influenzare le funzioni cerebrali. E ancora meno risaputo è che proprio il microbiota a comunicare con il sistema nervoso centrale attraverso una serie di meccanismi diretti o indiretti, come la modulazione del sistema immunitario o altri effetti sul sistema endocrino intestinale. Si tratta di meccanismi e concetti nuovi che ci spiegano come modificazioni del microbiota possono provocare disturbi psichiatrici o psicologici e come possiamo modulare il microbiota per favorire questa interazione cervello-intestino».
Metaboliti batterici influenzano farmacocinetica e farmacodinamica di molte molecole. Come evidenziato da Scarpignato «bisogna tenere presente che l’interazione tra terapie farmacologiche e microbiota intestinale è bidirezionale. Infatti, se è vero che molti farmaci – anche non appositamente studiati per avere come target l’ecosistema intestinale – possono modificare la composizione quali-quantitativa del microbiota, la presenza di un enorme patrimonio enzimatico batterico e la produzione di alcuni metaboliti batterici influenzano la farmacocinetica e la farmacodinamica di molte molecole. I dati più interessanti riguardano l’immunoterapia e la chemioterapia antineoplastica, la cui efficacia e tossicità può essere modificata dalla composizione del microbiota intestinale». Per Scarpignato, dunque, «siamo solo all’inizio di una nuova era che permetterà sempre di più una medicina di precisione, personalizzata sul singolo paziente».
Aggiornamento sugli ultimi sviluppi della ricerca. Antonio Gasbarrini, docente ordinario di Medicina interna all’Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore del Centro malattie apparato digerente (Cemad) presso la Fondazione policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs a Roma, nonchè direttore scientifico del Congresso, ha precisato che «sappiamo che le conoscenze sul microbiota intestinale hanno rivoluzionato non solo la gastroenterologia ma anche la medicina in generale. Con questo Congresso desideriamo fornire un aggiornamento sugli ultimi sviluppi della ricerca in questo settore per evitare che fake news o indicazioni terapeutiche che possono confondere i pazienti abbiano la meglio. Innanzitutto, cercheremo di individuare come deve essere diagnosticato il microbiota intestinale: esistono delle modalità corrette di diagnosticarlo, direttamente o indirettamente? I profili del microbiota hanno un senso nella pratica clinica o sono ancora appannaggio dei ricercatori? E ancora: se hanno un senso nella pratica clinica, come devono essere diffusi tali profili: chiunque può averne accesso o solo i clinici che sono in grado di interpretarli? Sono tutti dati di cui non abbiamo informazioni in questo momento».
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