“Le 7 regole del business in farmacia” è il libro di Paolo Infortuna, farmacista e consulente senior di Infortuna Consulenze, con una lunga esperienza nel settore. Oltre ad aver fondato Abs Pharmacy, Infortuna è il general manager di Unifarmacie. Nel suo libro spiega come sviluppare e mantenere proficuo il business della farmacia. «Le 7 regole del business in farmacia – dichiara a FarmaciaVirtuale.it – sono in realtà le caratteristiche che ogni titolare dovrebbe avere, ovvero: riuscire a leggere un bilancio, conoscere i numeri, definire un budget e le previsioni per l’anno futuro, saper gestire la squadra e motivarla con piani di incentivazione. Fondamentali sono anche la pianificazione della comunicazione, la programmazione di un piano di marketing e un’attenta organizzazione del magazzino».
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«Le funzioni aziendali fanno crescere anche la farmacia»
Come spiega Infortuna, in una grande azienda tali attività di gestione sarebbero affidate a manager e responsabili diversi. Ma in una farmacia, dove sono ugualmente fondamentali, in genere fanno capo al titolare. «Solitamente – sottolinea l’autore – in un’azienda ogni reparto ha un direttore, ma nel caso della farmacia è il titolare che dovrebbe avere tutte queste competenze o, quanto meno, avere la consapevolezza che dovrebbe conoscere queste attività e farsi aiutare in ciò che non riesce a gestire da solo. La mia idea di business in farmacia prevede un insieme di attività che riescono ad assicurarle una certa tranquillità economica e quindi a posizionarla, all’interno del suo contesto, come un punto di riferimento per la salute e il benessere dei cittadini. Ciò significa aumentare il numero degli ingressi per accrescere i ricavi».
Fondamentale recuperare la comunicazione con il paziente/cliente
La pandemia ha cambiato e accelerato diverse dinamiche, tra cui l’approccio stesso del farmacista verso il cliente. «Il farmacista è diventato un po’ più veloce e scostante nel servire i pazienti – evidenzia -, tenuti inevitabilmente a distanza da mascherine e barriere in plexiglass. Ciò ha ridotto la comunicazione, che dagli anni Ottanta a oggi aveva fatto notevoli progressi, rendendo il farmacista un consulente per la salute e il benessere della persona. Anche il tempo che il farmacista dedica al cliente è diminuito a causa dell’ingresso in farmacia contingentato che crea lunghe file di pazienti in attesa, mettendo fretta a tutti». Secondo Infortuna questa situazione porta il farmacista a evadere le domande e a non spiegare le caratteristiche dei prodotti, determinando così un calo nelle vendite, già in flessione per altri fattori.
«In futuro, l’unione farà la forza»
Infortuna tenta poi una previsione per il futuro della farmacia: «La partita si giocherà in gruppo, non da soli. La farmacia potrà restare indipendente – afferma – ma dovrà fare gruppo o rischierà di essere assorbita dalle catene. Per rimanere indipendente, però, dovrà diventare “interdipendente”, perché la sua indipendenza sarà vincolata alla dipendenza dagli altri. Inoltre, il farmacista dovrà usare sempre di più le nuove tecnologie per comprendere abitudini e trend di consumo, tenendo conto che i consumatori più giovani, che magari oggi non entrano in farmacia, domani dovranno entrare e saranno avvezzi a metodi di consumo e acquisto digitali».
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