ariff«Forse non tutti hanno colto la vera portata della nuova Tariffa Nazionale dei medicinali entrata in vigore, che di fatto introduce un nuovo standard qualitativo nella galenica e in tutto il lavoro della farmacia». Ad affermarlo è la farmacista Bianca Peretti, titolare a Villafranca di Verona, che sottolinea come il nuovo documento, tra le altre cose, elimina «ogni alibi che potrebbe giustificare un operato approssimativo o superficiale». Come noto, infatti, la nuova tariffa rivede non solo i costi delle materie prime ma introduce anche una nuova valutazione del lavoro del farmacista. Ma non è tutto: «Essa – prosegue la professionista – tiene anche conto di tutti gli oneri relativi all’osservanza delle norme di sicurezza e di buona preparazione: dal costo dei materiali per la pulizia e la bonifica ambientale, alla quantificazione dei tempi necessari per consegnare il farmaco finito al paziente con tutte le spiegazioni e le avvertenze che può esigere una fase così delicata e complessa. In altre parole: il nuovo prezzo giustifica e ricompensa tutto il lavoro, di preparazione, di esecuzione e di adempimenti burocratici, compreso il momento della dispensazione». Secondo la farmacista, ciò comporta quattro conseguenze di particolare interesse: in primo luogo «se opero a norma di legge e rispetto le Norme di Buona Preparazione Integrali, il nuovo prezzo risulta ampiamente giustificato, e se non lo applico lavoro in perdita». In secondo luogo, «se mi posso permettere di non applicare i nuovi prezzi (per paura di perdere mercato) significa che non seguo uno standard di qualità accettabile, quindi vendo a basso costo un prodotto di scarsa qualità». Inoltre, «non posso più seguire le Norme di Buona Preparazione Semplificate perché non garantiscono il livello qualitativo pagato dal cliente». Infine, «il cliente mi paga anche il tempo che mi serve per giustificargli l’aumento del prezzo, per cui non posso liquidarlo in modo frettoloso o superficiale, ma ho il dovere di essere chiara, esplicativa, esauriente e convincente». Tutto ciò porta a concludere che «la Nuova Tariffa impone un modello completamente nuovo di farmacia galenica, non certo perseguibile da tutte le farmacie italiane, per i costi di gestione ma soprattutto per il lavoro e l’impegno che oggi richiede l’allestimento e la dispensazione dei farmaci: oneri che oggi vengono adeguatamente retribuiti dal cliente e di cui il cliente deve percepire il valore».
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