spesa farmaceutica in campaniaÈ di nuovo scontro in Campania tra Regione e Federfarma. A poche settimane dalla contestazione da parte del sindacato della scelta regionale sulla distribuzione dell’ossigeno liquido, si è aperto un nuovo fronte. Il motivo sono due decreti della Regione, il numero 57 del 29 maggio sulla spesa farmaceutica da parte delle aziende sanitarie e soprattutto il numero 56, che hanno per oggetto “misure di incentivazione dell’appropriatezza prescrittiva e di razionalizzazione della spesa farmaceutica territoriale” e impongono azioni stringenti per la riduzione dei costi sanitari. Una scelta che ha scatenato l’offensiva del presidente di Federfarma Campania e Napoli, nonché presidente di Credifarma, Michele Di Iorio, che ricorda come la dispensazione dei medicinali in regime di Ssn sia regolamentata esclusivamente dal DPR 371/98, riservandosi di ricorrere alla magistratura amministrativa per il rispetto di quanto previsto. Una buona gestione della spesa non si raggiunge con «virtuosismi di tipo regolatorio», sostiene Di Iorio, secondo il quale il decreto 56 è una «sostanziale copia di quanto introdotto nella Regione Sicilia, dimenticando che quest’ultima è Regione a statuto speciale e pertanto con un’autonomia decisionale differente da quella prevista per la Regione Campania». «Sono attualmente in corso – scrive il presidente del sindacato ai titolari – incontri tra i dirigenti della Struttura commissariale, al fine di predisporre una serie di chiarimenti finalizzati ad una praticabile applicazione dei decreti 56 e 57. Pertanto, fino a quando non potranno essere approfonditi i contenuti dei citati provvedimenti, allo stato nulla risulta variato in relazione alle procedure di dispensazione dei principi attivi coinvolti».

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Andando più nel dettaglio, il decreto 56 in particolare sottolinea che dagli indicatori di appropriatezza prescrittiva monitorati nell’ambito della Tessera sanitaria, elaborati dall’Aifa, emerge che la Campania potrebbe conseguire risparmi potenziali per oltre 66 milioni di euro se utilizzasse farmaci a brevetto scaduto e quantità di farmaci in misura analoga a quanto rilevato nelle Regioni più virtuose, si rivelerebbe perciò «necessario un aggiornamento degli obiettivi da assegnare alle aziende sanitarie». Per incentivare l’utilizzo di farmaci di pari efficacia terapeutica ma di minor costo, tutti i medici prescrittori – medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, specialisti ambulatoriali interni e convenzionati esterni, medici ospedalieri o universitari – devono quindi prediligere nelle prescrizioni, nel rispetto delle indicazioni terapeutiche autorizzate, i farmaci con brevetto scaduto, secondo quanto riscontrato tramite il sistema Tessera sanitaria (Ts) nelle Regioni che fanno maggior uso di tali farmaci o, almeno, quanto la media delle Regioni, ferma restando la facoltà dei medici di prescrivere in scienza e coscienza.

Ai direttori generali/commissari straordinari vengono perciò assegnati alcuni obiettivi, ad esempio per quanto riguarda i farmaci compresi nel livello di classificazione ATC4 e per il trattamento con rosuvastatina. I medici, quando ritengano di iniziare una terapia farmacologica con pazienti naive, devono prediligere i farmaci presenti nelle liste di trasparenza dell’Aifa e qualora optassero invece per un farmaco con brevetto in corso dovranno motivare, attraverso il nuovo Modello unico di prescrizione predisposto, gli aspetti clinici che rendono necessaria la scelta. L’indicazione di prediligere i generici vale anche per i farmaci antipertensivi, nonché il decreto 56 contiene prescrizioni volte al contenimento della spesa in riferimento ai farmaci antinfiammatori non steroidei a carico del Sistema sanitario e ai farmaci biologici/biosimilari. In quest’ultimo caso, se la prescrizione non fornisce una valida motivazione per la scelta da parte del medico di un farmaco a più alto costo, il farmacista ha l’onere di richiedere tempestivamente ulteriori integrazioni e qualora il medico non perfezioni la prescrizione con le integrazioni richieste il farmacista procederà alla dispensazione del farmaco prescritto, informando però la propria Direzione strategica, che provvederà a comminare le sanzioni previste.

In relazione all’utilizzo di farmaci biosimilari sono fissati degli obiettivi di prescrizione il cui rispetto sarà utilizzato quale criterio per la conferma o sostituzione del medico responsabile del Centro prescrittore e per la conferma o chiusura del centro stesso. Un gruppo di lavoro presso la struttura commissariale della sanità campana si occuperà del monitoraggio della spesa farmaceutica e di quella per i dispositivi. Il rispetto delle misure previste dal decreto 56 non è opzionale: le aziende sanitarie devono relazionare trimestralmente alla Direzione generale per la tutela della salute e il raggiungimento degli obiettivi da parte dei direttori generali/commissari straordinari sarà un elemento di valutazione per la conferma o la revoca dell’incarico.

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