gas medicinaliFederfarma è tornata sul tema delle bombole per l’ossigeno, che negli ultimi mesi è stato oggetto di una serie di cambiamenti.

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Il primo punto all’ordine del giorno è quello del riempimento delle bombole. Il 3 aprile infatti l’Aifa aveva stabilito che i titolari di AIC di gas medicinali non potessero più riempire bombole di proprietà di terzi (farmacie, distributori, ospedali, mezzi di soccorso, studi medici…) ma dovessero utilizzare esclusivamente bombole proprie. Ma poco dopo, prendendo atto delle numerose segnalazioni delle associazioni di categoria, aveva dato tempo agli operatori per adeguarsi alle nuove disposizioni. Tale periodo transitorio doveva concludersi il 31 dicembre 2015 ma è stato prorogato di un anno. Il titolare dell’AIC che provvede a riempire la bombola deve verificare «che le bombole rilasciate siano conformi alla normativa vigente, sia per quanto riguarda il gas medicinale, sia per quanto concerne i contenitori e le relative valvole».

Resta aperta, invece, la questione degli oneri accessori (come noleggio e cauzione) che le aziende produttrici richiedono alle farmacie oltre al costo della fornitura del medicinale. Oneri che, secondo Federfarma, «non trovano […] una giustificazione sul piano della normativa sanitaria». La Federazione ha incontrato più volte Assogastenici (che, in seno a Federchimica, raggruppa le aziende produttrici e distributrici di gas tecnici, speciali e medicinali), senza trovare un accordo. Tramite una nota congiunta, i due organismi invitano le aziende produttrici di gas medicinali «a non più addebitare costi di noleggio e/o cauzione applicati alle bombole di ossigeno gassoso» fino al 30 giugno 2016, salvo specifici accordi commerciali. Nello stesso periodo le farmacie, al netto di accordi preesistenti, «si impegnano a liquidare il corrispettivo relativo al farmaco, al trasporto al domicilio e al materiale di consumo applicato dalle società fornitrici». Potrà essere quindi fatturato il trasporto Farmacia-Paziente, non quello Azienda-Farmacia; ma – avverte Federfarma – dovrà essere posto a carico del paziente. Tutto ciò in attesa che l’Aifa e il ministero della Salute trovino una soluzione definitiva.

La nota si conclude ricordando che l’Aifa il 1 dicembre ha pubblicato una nota in cui impone alle aziende produttrici di gas medicinali di ridurne, entro i prossimi sei mesi, il periodo di validità: da cinque a due anni per l’azoto e l’aria medicale e da cinque a tre anni per l’azoto prodossido. Una scelta che, specifica l’Aifa, «non è in alcun modo correlata con la stabilità del medicinale» ma è dovuta alle valvole, che «presentano un naturale tasso di perdita di gas non congruo con il periodo di validità attualmente autorizzato».

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