fnomceoI probiotici sono benèfici? A rispondere alla domanda è un articolo pubblicato a cura del Il Pensiero Scientifico Editore – tra le più antiche case editrici scientifiche italiane – sul portale “Dottoremaeveroche.it”, della FNOMCeO.

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Il testo cita dapprima le parole di un editoriale apparso nel 2016 sulla rivista Science: «Tutti gli organismi esistono all’interno di un insieme di microrganismi e, sebbene alcuni di questi possano rappresentare un pericolo, la maggior parte è funzionale, anzi: essenziale, alla vita». Detto ciò, però, la realtà è che «siamo ancora lontani dall’aver chiarito esattamente come interagiamo col nostro microbioma, con l’insieme dei microrganismi che ospitiamo nel nostro corpo». Nonostante ciò, però, siamo continuamente «bombardati dalle pubblicità di nuovi prodotti, alcuni dei quali in commercio da anni senza che ne siano state provate le proprietà salutari».

L’articolo osserva in questo senso che «ci stiamo avvicinando alla definizione di nuove conoscenze che potrebbero contribuire a una migliore salute, soprattutto di chi soffre di alcune specifiche patologie o è debilitato dall’assunzione di particolari medicinali». Ma detto ciò «quello che sappiamo con certezza è che i claim promozionali dell’industria sono esagerati». Non solo: le stesse aziende sarebbero «in difficoltà nello sviluppare protocolli rigorosi di valutazione che possano tornare utili all’interno dei percorsi regolatori delle autorità che approvano i prodotti biomedicali».

Tuttavia, benché non sia ancora possibile provare le proprietà benefiche di tali prodotti, essi rappresentano un business in grande crescita: «Il mercato dei probiotici vale, nei soli Stati Uniti, 35 miliardi di dollari, e nel 2020 dovrebbe arrivare a 50. Di fronte a un business di questa portata è dunque necessario informarsi con attenzione sulle proprietà dei prodotti che vengono pubblicizzati, senza farsi illudere dalla promozione industriale». La casa editrice Pensiero Scientifico Editore ricorda infine che, non a caso, nessun probiotico è stato finora approvato dalla Food and Drug Administration negli Usa e che grande prudenza sul tema è stata mostrata anche dall’Ema.

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