Davide Gullotta, presidente della Federazione Nazionale Parafarmacie Italiane, ha indirizzato una lettera a Federfarma, nella quale fornisce la sua versione di ciò che sta accadendo, ovvero tre aspetti in particolare: il fatto che «il disegno di legge (sulla Concorrenza, ndr) darà il via libera all’ingresso del capitale nella proprietà delle farmacie», la novità relativa alle «grosse multinazionali del settore che entreranno con investimenti cospicui (si parla di 2.000 farmacie)» e la constatazione che «ancora una volta le indicazioni dell’Antitrust, a cui il governo dovrebbe ispirarsi e questo Ddl conformarsi, per quel che riguarda i farmaci sono totalmente ignorate».
«In uno scenario siffatto – ha osservato Gullotta nella missiva, inviata al Sole 24 Ore – la posizione ufficiale del sindacato dei titolari di farmacia, e dunque la sua unica preoccupazione evidente, resta di impedire al farmacista in parafarmacia di dispensare la fascia C contro il quale la più potente lobby esistente ha dichiarato, a tutt’oggi, una guerra spietata. È come se un familiare oltremodo ricco litigasse con quello meno facoltoso per la spartizione di una pertinenza minuscola e nel frattempo arrivasse qualcuno da fuori che decide di comprare l’intera abitazione».
Annarosa Racca, presidente di Federfarma, ha replicato alla Federazione dei titolari di parafarmacia dalle colonne dello stesso quotidiano economico, spiegando che «non è vero che il governo ha disatteso ancora una volta le indicazioni dell’Antitrust: infatti nella segnalazione dell’Autorità del luglio 2014 preliminare al varo del Ddl Concorrenza la proposta di consentire la vendita di farmaci con ricetta fuori farmacia non c’era. C’era, invece, la richiesta di eliminare il limite di 4 farmacie che possono essere possedute da un unico soggetto che è stata ripresa dal Governo e inserita nel Ddl».
Quando ai farmaci di fascia C, secondo la dirigente «essi non costituiscono una quota limitata del mercato del farmaco. Come Gullotta ben sa, ma non dice, sono di fatto farmaci di fascia C tutti i medicinali con ricetta se acquistati direttamente dal cittadino, senza ricorrere al Ssn. Se fosse accolta la sua proposta, si potrebbero trovare sugli scaffali dei supermercati anche farmaci per patologie importanti, come ormoni, psicofarmaci, antitumorali. Quindi, consentire la vendita dei farmaci con obbligo di ricetta fuori dalla farmacia scardinerebbe l’intero sistema di regole che oggi garantisce l’efficienza e la capillarità della rete delle farmacie (pianta organica, accesso per concorso, integrazione con il Ssn)».
«Il vero obiettivo delle parafarmacie e dalla Gdo – conclude Racca – è fare business, scavalcando tutte le regole finalizzate alla tutela della salute pubblica. Non si spiegherebbe altrimenti come una misura che, secondo lo stesso Gullotta, riguarderebbe una quota esigua di fatturato potrebbe consentire, a detta delle parafarmacie e della Gdo, l’apertura di 3.500 nuovi punti vendita e la creazione di 8.000 nuovi posti di lavoro».
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