Dopo i fatti verificatisi a luglio 2021, quando sono emersi casi di bancarotta fraudolenta di farmacie, il presidente di Federfarma Marco Cossolo torna a parlare della legge sulla concorrenza che, a suo avviso, necessita di essere modificata con l’inserimento di vincoli più stingenti al fine di ridurre al minimo il rischio che il riciclaggio entri nel settore delle farmacie. «La legge sulla concorrenza delle farmacie – dichiara Cossolo a FarmaciaVirtuale.it – è nata con finalità pro-concorrenziali, per offrire la possibilità a giovani farmacisti senza disponibilità economiche di trovare finanziamenti da parte di soggetti che, al contrario, disponevano di capitali ma non avevano le competenze per aprire una farmacia. Purtroppo però le cose sono andate diversamente e a investire nelle farmacie sono stati investitori finanziari o società di capitali legati alla distribuzione intermedia, che era interessata a spostare il proprio core business sulla distribuzione finale. Questo processo ha fatto sì che la norma, nata come pro-concorrenziale, diventasse pro-monopolista, o pro-oligopolista. A mio avviso, bisogna quindi intervenire introducendo vincoli più stringenti all’accesso di società di capitali nel nostro settore».

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Farmacie attività ad alto rischio di riciclaggio

Come fa notare Cossolo, un’attività con le caratteristiche della farmacia può facilmente diventare appetibile per soggetti interessati al riciclaggio di denaro. «Già tempo fa – afferma il presidente di Federfarma – abbiamo posto l’attenzione sul rischio che capitali di provenienza dubbia potessero entrare nel mondo della farmacia. Essendo un’attività che incassa il 60% delle proprie entrate attraverso contanti, può facilmente destare l’appetito di chi ha interesse a riciclare del denaro. Bisogna quindi, anche per questo motivo, rivedere la norma e intervenire con una regolamentazione più stretta sulla dichiarazione del flusso dei capitali». Cossolo pone poi l’accento sulla necessità di scongiurare il rischio di avere un numero sempre maggiore di farmacie finanziariamente fragili o destinate a diventare tali. «Nello stato patrimoniale – spiega a FarmaciaVirtuale.it – la situazione di fragilità finanziaria emerge ampiamente. Poi ci sono altre fragilità che non vengono evidenziate. Non di rado, si trovano all’attivo patrimoniale crediti dell’azienda farmacia nei confronti del farmacista imprenditore. Per evitare queste situazioni, bisogna far capire che il prelievo in conto utili è una forma di fragilità autoindotta e va eseguito in misura molto inferiore all’utile di bilancio. Aziende che fatturano oltre un milione di euro non possono essere amministrate se non si hanno ben chiare le componenti patrimoniali, economiche e finanziarie, su cui si sostiene l’azienda».

«Ripensare la Legge sulla concorrenza con un tavolo di lavoro comune»

Come più volte sperimentato nel corso della pandemia, le conquiste ottenute dal settore della farmacia sono state raggiunte, secondo Cossolo, con grande e paziente condivisione delle problematiche e attraverso un confronto costante tra le parti. Questa, secondo il presidente di Federfarma è la sola via che si può intraprendere anche per rivedere la legge sulla concorrenza. «Tutto quanto ottenuto quest’anno a favore della farmacia – ribadisce Cossolo – è frutto della condivisione con gli altri attori coinvolti ed è la modalità che ritengo possa essere più efficace anche per affrontare le criticità della legge sulla concorrenza. Certo ci vuole tempo e pazienza, ma ci troviamo anche in un momento storico in cui nel mondo politico si riscontra un crescente riconoscimento del ruolo sociale, sanitario e, mi permetto di dire, anche di presidio della legalità della farmacia, che potrebbe essere favorevole a un ripensamento di questa norma».

L’intervista integrale

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