farmacie rurali«Sarebbe bello se l’amministratore delegato di Conad, invece di parlare a sproposito di farmacie rurali, venisse un giorno a vedere il lavoro che viene svolto da un farmacista rurale in un paese di 200 abitanti». È con queste parole che Alfredo Orlandi, presidente del Sunifar, ha voluto replicare all’intervista concessa a FarmaciaVirtuale.it da Francesco Pugliese, massimo dirigente della catena di supermercati. «Sarebbe istruttivo per lui venire a sapere che il farmacista rurale deve garantire la reperibilità 24 ore su 24, porta le medicine a casa dell’anziano solo che non è in grado di uscire, e in alcuni casi deve anche fare delle medicazioni (contravvenendo a norme di legge che glielo impedirebbero) perché il pronto soccorso è lontano decine e decine di chilometri». «A volte – prosegue il presidente dell’associazione di categoria – al farmacista rurale viene anche chiesto di svolgere pratiche burocratiche perché non c’è nessun altro che aiuta le persone anziane a farlo. Forse allora Pugliese capirebbe cosa significa lavorare d’inverno in un paese di montagna che rimane isolato ed essere i soli a garantire la presenza dello Stato e l’assistenza alle persone, senza arrivare ai casi estremi delle zone terremotate dove i farmacisti sono rimasti a garantire il servizio in container e altre sistemazioni di fortuna, mentre tutte le altre attività commerciali hanno chiuso». Orlandi ha inoltre voluto controbattere sulla questione dei sussidi pubblici ottenuti dalle rurali, ricordando che «in alcune Regioni è pari a poche centinaia di euro l’anno. E forse, mettendo a confronto le piccole farmacie rurali con i suoi ipermercati, dove la gente si illude di risparmiare con sconti su prodotti civetta, avrebbe un po’ più di rispetto per chi realmente svolge un ruolo sociale». Proprio sul tema del contributo pubblico il presidente del Sunifar ha poi ricordato il fatto che «sia Federfarma che l’Enpaf, grazie a una forma solidarietà interna alla categoria, erogano un contributo aggiuntivo alle farmacie con fatturati bassissimi. Parliamo, per quanto riguarda il contributo Federfarma, di 180 farmacisti che hanno un reddito annuo inferiore a 18.000 euro, che appare decisamente irrisorio rispetto all’impegno e alla responsabilità di laureati che gestiscono un’impresa professionale impegnata a tutelare la salute dei cittadini 24 ore su 24, 365 giorni l’anno». Di qui la conclusione di Orlandi: «Una sola preghiera per Pugliese e per tutti: non parlate a sproposito dei farmacisti rurali».
L’a.d. di Conad aveva dichiarato, tra le altre cose, che «è fuor di dubbio che le farmacie rurali abbiano una funzione sociale importante, visto che sono collocate in piccole comunità di persone. Sarebbe tuttavia fuorviante vedere nella grande distribuzione il killer che le elimina dal mercato».

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