Sono 18 i farmacisti titolari di farmacia deferiti in stato di libertà dai carabinieri del Nucleo anti sofisticazioni, responsabili «di aver venduto online dei farmaci oggetto di prescrizione medica». A farlo sapere è il ministero della Salute, il quale spiega che si tratta di un’operazione portata a termine del nucleo carabinieri presso l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). L’operazione è seguita a una serie di accertamenti incrociati che hanno portato i militari a spiccare le sanzioni ai professionisti.

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La normativa in vigore

«La normativa attualmente in vigore – si legge in una nota del dicastero – prevede che la vendita “a distanza” sia possibile solo per quei medicinali che non hanno l’obbligo di prescrizione. La vendita, inoltre, può essere effettuata soltanto dalle farmacie ed esercizi equipollenti (parafarmacie) previo ottenimento dell’autorizzazione regionale/provinciale e la registrazione al ministero della Salute nell’elenco dei soggetti autorizzati alla vendita a distanza. Tale registrazione consente l’ottenimento del logo identificativo nazionale visibile nella pagina del sito Internet della farmacia e dal quale, cliccandoci sopra grazie ad un collegamento ipertestuale, ogni acquirente può verificare i dati della farmacia».

Lo scorso ottobre altre operazioni

Solo lo scorso ottobre, in diverse operazioni, il ministero della Salute aveva proceduto contro siti esteri e alcuni farmacisti italiani per aver ceduto online farmaci erogabili solo con ricetta medica. Si trattava di vendita dei medicinali soggetti a prescrizione medica obbligatoria, dispensabili soltanto da una farmacia, e cessione di sostanze che vantavano proprietà curativa per il Covid-19, nonché farmaci ceduti con proprietà dopanti, tra cui tramadolo e glucocorticosteroide. In seguito alle infrazioni rilevate, i militari avevano dato esecuzione ad un provvedimento di “oscuramento” nei confronti di 5 siti Internet con server ubicati all’estero e deferito all’Autorità giudiziaria 4 farmacisti titolari di farmacie dislocate in varie parti d’Italia «accusati di aver venduto online medicinali soggetti a prescrizione medica»

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