federfarma sunifarTramite due esposti inviati nelle scorse settimane, Federfarma e Sunifar hanno formalmente denunciato all’Autorità garante della concorrenza e del mercato (AGCM) alcune iniziative del gruppo Conad, che a loro avviso potrebbero costituire forme di pratiche commerciali sleali.

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Al centro dell’attenzione del primo esposto, inviato il 16 novembre, è il volantino “Con i famaci non tornano i conti”, che in ultima pagina promuove la possibilità di ottenere in cassa un buono sconto del 25% valido fino all’11 novembre nelle parafarmacie a insegna Conad. In calce al volantino è correttamente specificato che tale sconto non può essere usato per l’acquisto di farmaci, in ottemperanza col decreto Bersani che vieta espressamente «i concorsi, le operazioni premio e le vendite sotto costo». La dicitura, però, è riportata in caratteri molto più piccoli: nella pagina domina il numero 25, per giunta rappresentato graficamente con una serie di compresse. Un’immagine, secondo Federfarma e Sunifar, «fortemente evocativa», che «fa evidentemente molto più presa nelle convinzioni del consumatore e tende a far “bypassare” l’avvertenza».

Ma la presa di posizione di Federfarma e Sunifar non finisce qui. Il 27 novembre un altro esposto all’AGCM, contestualmente inoltrato al ministero della Salute, punta il dito contro un punto vendita Conad di Genova che – stando allo scontrino allegato alla missiva – darebbe la possibilità di accumulare punti bonus a seguito dell’acquisto di farmaci. «Riteniamo, pertanto, che l’attività di operazione a premio sui farmaci posta in essere in maniera manifestamente illegittima non faccia che confermare come vi sia, da parte di Conad, un chiaro comportamento di “elusione” e di violazione delle norme poste dal Legislatore a tutela del cittadino al momento dell’acquisto di un bene delicato come il farmaco», chiosano Federfarma e Sunifar. Proprio perché si tratta di un bene delicato bisogna scongiurare il rischio che il farmaco venga acquistato (e, quindi, consumato) sotto la spinta di motivazioni puramente consumistiche e slegate dalla sua valenza sanitaria, concludono le associazioni, che invitano le autorità a prendere provvedimenti.

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