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L’AFNT-TO, allo stesso modo, ha spiegato il proprio sostegno alla manifestazione sottolineando come essa ritenga «iniquo l’obbligo Enpaf per i farmacisti dipendenti, in particolare per le fasce più deboli come i part-time, i precari e i disoccupati. Inoltre, alcune norme del regolamento Enpaf come la “perdita bonus disoccupati” e la mancata restituzione dei contributi in assenza dei requisiti richiesti a 68 anni, mettono sicuramente in difficoltà i bilanci familiari degli iscritti, che vivono in situazioni di disagio economico». La sigla ha quindi ricordato che «la questione Enpaf rimane ancora oggi irrisolta, dopo anni di tavoli e dibattiti tra le componenti della categoria, ove tutte le sigle dei farmacisti non titolari hanno chiesto, in maniera unanime, misure per la tutela della fasce più deboli (tra queste anche quelle dei farmacisti borsisti) e di tutti i liberi professionisti a basso reddito». Tuttavia, «nulla o pochissimo è cambiato nella sostanza dal 2013, quando iniziarono i primi tavoli di confronto sul tema, tra Enpaf e le associazioni di categoria».
Secondo l’associazione torinese, infine, «la ventilata “riforma Enpaf” il cui iter è iniziato nel 2015 in seguito alla risoluzione di Matteo Dall’Osso, non ha portato ad oggi a nessun risultato. Sicuramente solo delle iniziative a livello legislativo potranno fare veramente la differenza. Per questo motivo diviene importante anche una manifestazione nazionale».
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