«Ci hanno fatto credere per anni che la fascia C fosse la bussola da seguire e il vantaggio verso i cittadini italiani, ed è vero, mentre poi i partiti che la sostenevano e che hanno fatto delle parafarmacie il loro cavallo di battaglia per anni, non l’hanno sostenuta nelle opportune commissioni del dl semplificazioni. Quest’incontro nasce da una lontana collaborazione e si è reso concreto oggi in una profonda giornata di confronto, dalla quale partiranno attività ispettive per fare chiarezza su tre punti fondamentali: delisting, servizi e fascia C». Sono queste le parole di Ivan Giuseppe Ruggiero, presidente dell’associazione Libere parafarmacie italiane, a margine di un incontro con Michela Rostan, vicepresidente della XII Commissione Affari Sociali alla Camera dei deputati. Ciò alla luce dei recenti fatti relativi al ddl Semplificazioni e all’accantonamento, da parte delle commissioni Affari Costituzionali e Lavori pubblici al Senato, di alcuni emendamenti che avrebbero consentito agli esercizi di vicinato la commercializzazione dei farmaci di fascia C, con obbligo di ricetta, a carico del cittadino.

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«Dopo le ultime dinamiche scandalose del ddl Semplificazioni – spiega Ruggiero -, dove abbiamo potuto costatare, per ora, la volontà di chiusura politica del Governo alle parafarmacie, era doveroso avviare un confronto con chi è stato fino a questo momento coerente con il nostro Sindacato». Il dirigente rende quindi noto quello che sarà un ulteriore passo nella direzione auspicata dal sindacato. In particolare, sottolinea, «Leu avvierà un question time a breve in Aula con il ministro della Salute e due interrogazioni a risposta scritta in commissione», definito come «un atto di coerenza, serietà e responsabilità che segue una precedente istanza depositata dal Sindacato che rappresento come presidente, appunto Lpi». Secondo Ruggiero infatti «le liberalizzazioni dei farmaci di Fascia C si stima che porterebbero a un risparmio di circa 1 miliardo di euro annuo, 4000 nuove aziende e 6000 posti di lavoro in tre anni». consentendo un «miglior accesso alle cure per i cittadini, i quali possono scegliere, liberamente, come e dove curarsi, nel rispetto della Costituzione italiana». La sigla Lpi aveva reso agli inizi di gennaio di aver depositato un’interrogazione a risposta scritta al ministro della Salute, in tema di delisting farmaci e servizi in parafarmacia.

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