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Non è la prima volta che il dirigente interviene in tal senso. Nell’ottobre 2017 aveva scritto all’allora ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, spiegando che «il delisting è l’unica strada per contenere la spesa farmaceutica» e che «proposte come il delisting sarebbero le uniche a essere efficienti, per contenere e abbassare la spesa pubblica e privata».
L’interrogazione presentata tocca anche l’aspetto dei servizi in parafarmacia, tra cui «esami di prima istanza, screening, cup, come centri di erogazione in Ssn di ausili per incontinenza, per diabetici, celiaci e tutti i prodotti previsti dall’assistenza sanitaria integrativa e protesica inseriti nei livelli essenziali di assistenza». In questa occasione, Ruggiero ha sottolineato che «regna una confusione normativa a livello delle singole Regioni, dove non esiste una “uniformità” dei protocolli». Ciò alla luce del fatto che «diverse regioni d’Italia hanno deliberato a favore dei servizi suddetti e da anni le parafarmacie sono punti di riferimento sul territorio», considerando anche «molte Regioni che non si sono uniformate, insieme alle loro Asl locali. In queste Regioni le parafarmacie non possono essere utilizzate per prenotare una semplice visita specialistica, figuriamoci tutti gli altri servizi».
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