«Proseguendo sulla propria linea, l’Asfi intende appoggiare senza esitazione e senza alcun condizionamento politico la proposta Trizzino alla quale sembra siano favorevoli anche la Lega ed alcuni partiti di opposizione». In tale ottica, l’Asfi ritiene che le farmacie indipendenti «debbano fare sentire la propria voce soprattutto nei piccoli centri dove le farmacie rurali sarebbero, prima o poi, costrette a chiudere o ad affrontare momenti molto difficili». È questa la posizione di Maurizio Cini, presidente dell’Associazione scientifica farmacisti italiani, tra coloro a sostegno dell’iniziativa di Giorgio Trizzino, parlamentare del gruppo del Movimento 5 stelle, primo firmatario del disegno di legge recante “Modifica all’articolo 7 della legge 8 novembre 1991, n. 362, in materia di titolarità e gestione delle farmacie private da parte di società”. Tale disegno, qualora dovesse avere un seguito in ambito parlamentare, potrebbe rivedere quanto disposto dalla legge 127/2017, per la parte relativa alla partecipazione, nelle società di capitali, di soci non farmacisti, limitandone la presenza nella compagine al solo 49%.
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«Ora – spiega Cini – con la proposta di legge che, a mio avviso, potrebbe essere accolta all’interno del disegno di legge di conversione del decreto legge “Crescita” in approvazione al Consiglio dei Ministri oggi stesso, si sta giocando l’ultima carta disponibile». «Dopo il servizio di Report “Il re è nudo” – prosegue il dirigente – ed è chiaro chi sta dietro alle, più o meno sporadiche, operazioni di acquisto di farmacie, qua e là, in varie città italiane. Curioso è che mai vengano acquistate farmacie rurali. Ma il fenomeno, per ora, riguarda non più di alcune decine di farmacie ed è proprio questo il momento in cui la politica potrebbe ordinare il “dietro-front” alla scellerata scelta del governo Renzi di appoggiare la vendita, se non la svendita, delle farmacie al capitale. Una volta infatti che siano centinaia, se non migliaia, quelle possedute dalle varie società o addirittura direttamente dal patron di Alliance, il peso economico dell’affaire sarebbe un ostacolo difficilmente affrontabile».
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