Dopo quello di alcune sigle in rappresentanza di farmacisti titolari di parafarmacia, il ddl Sileri, relativo al riordino del servizio farmaceutico in Italia mediante l’introduzione di diverse misure contenitive, illustrato a grandi linee in occasione degli Stati generali della farmacia italiana, incassa un ulteriore “no” anche dal Movimento nazionale liberi farmacisti (Mnlf), fornendo questa volta alcuni dati relativi all’impatto che potrebbe avrebbe sulla salute dei pazienti italiani.

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Nello specifico, il Movimento cita «una ricerca della Consumer healthcare products association», secondo cui «l’81% degli adulti negli Stati Uniti utilizza farmaci per l’automedicazione come prima risposta a patologie minori, tra questi gli anziani, che rappresentano il 13% della popolazione Usa hanno 2,5 possibilità in più rispetto a persone più giovani di avere un’Adverse drug reaction (Adr) e 1 su 3 di loro sperimenteranno in un anno un evento avverso al farmaco». Inoltre, specifica, «anche l’abuso di farmaci d’automedicazione tra gli adolescenti in Usa è un problema emergente soprattutto nella fascia di età tra i 12 e i 17 anni, reso ancora più pericoloso dal concomitante uso di alcool e tabacco». Mentre, «tra i farmaci d’automedicazione sotto osservazione negli Usa, per la loro diffusione troviamo paracetamolo, aspirina e i lassativi. Il paracetamolo (Tachipirina, Efferalgan e loro associazioni) può causare insufficienza epatica acuta se assunto in eccesso, effetti che si moltiplicano e abbassano la soglia se preso con l’alcool».

«In Italia dal 2007 al 2018 – spiega il Mnlf – non c’è stato alcun decesso legato direttamente all’uso di farmaci da banco e le Adr correlate rappresentano meno dell’1% di tutta la popolazione che usa questi farmaci», probabilmente «perché in Italia in farmaci da banco non sono esposti sugli scaffali di farmacie e parafarmacie ed è sempre presente un farmacista», così come accade negli Stati Uniti, paese dove «tutti i farmaci acquistabili senza ricetta sono direttamente esposti a scaffale, ci si può servire da soli e andare in cassa, senza il bisogno di attendere il proprio turno al banco ove c’è un farmacista».

Tuttavia, con riferimento a quanto presentato dal parlamentare Pierpaolo Sileri (M5s), presidente della XII Commissione igiene e sanità del Senato agli Stati generali delle farmacie, il Mnlf evidenzia «non tutti in questo Paese la pensano in questo modo e qualcuno sta pensando d’introdurre anche in Italia il modello americano ed eliminare per alcuni farmaci la presenza del farmacista».

In sostanza, sottolinea il Mnlf, «l’idea è quella di porre la parola fine all’unica vera riforma del settore, la liberalizzazione dei farmaci da banco e la relativa nascita delle parafarmacie, introducendo nel mercato le cosiddette confezioni “starter” di medicinali con un minor contenuto di compresse, gocce o altro e farle vendere sugli scaffali senza l’obbligo della presenza del farmacista». Dinamica che, ad avviso del Mnlf, sarebbe un «affare poco conveniente per i consumatori perché gli stessi medicinali costerebbero di più per unità posologica». Inoltre, secondo il Mnlf, tale tentativo «si incardina in un “disegno” più ampio che vorrebbe sottrarre le sedi farmaceutiche (poche, pochissime e localizzate nelle periferie italiane) al concorso straordinario del “Cresci Italia” ed affidarle ad un nuovo concorso dedicato anche ai titolari di parafarmacia che avrebbero 24 mesi per chiudere le loro attività», facendo luce oltre alla possibile incostituzionalità relativa alla possibile incompatibilità tra la professione di farmacista e l’attività in parafarmacia, un’eventuale contraddizione come «la richiesta da parte delle farmacie di seguire più attentamente l’aderenza alla terapia dei pazienti e fornire, a pagamento per lo Stato, più servizi e questo contemporaneo tentativo d’introdurre anche in Italia i drugstore sul modello americano».

Di qui, l’appello del Movimento: «Il Movimento nazionale liberi farmacisti e la Confederazione unitaria libere parafarmacie italiane chiedono al ministro della Salute Giulia Grillo, quale responsabile della salute degli italiani e della sicurezza nell’uso dei farmaci, un intervento immediato che arresti queste pericolose derive corporative».

Il Mnlf aveva già in passato destato scetticismosulla possibilità di eliminare la presenza del farmacista nei luoghi ove venivano commercializzati alcuni tipi di farmaci. In particolare, nel febbraio del 2017, aveva contestato le parole di Annarosa Racca in merito alla possibilità di procedere in tale direzione. «Ci avevano provato con il disegno di legge Gasparri-Tommasini e con numerosi emendamenti nei più svariati disegni di legge, – aveva spiegato il Mnlf – ci provano ancora una volta sperando nell’accondiscendenza di alcuni parlamentari Pd. Federfarma tenta di togliere l’obbligo della presenza del farmacista nelle parafarmacie. Il progetto allo studio dei notabili del sindacato è sempre lo stesso: concedere la vendita in tutti gli esercizi commerciali di pochi farmaci senza il farmacista in cambio della chiusura delle parafarmacie».

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