fascia cIl 19 novembre 2015 sono stati ascoltati presso la commissione Industria del Senato i rappresentanti della grande distribuzione organizzata, nell’ambito della discussione sul Ddl Concorrenza. Coop e Ancd (Conad) hanno illustrato un dossier comune nel quale hanno toccato numerosi aspetti del testo, compresi quelli riguardanti la vendita dei farmaci, ed in particolare la possibile liberalizzazione della fascia C.
«Con il decreto legge numero 223 del 4 luglio 2006 è stata prevista la possibilità per gli esercizi commerciali di vendere farmaci da banco o di automedicazione (OTC) e farmaci o prodotti non soggetti a prescrizione medica (SOP). Attraverso questo provvedimento tali tipologie di medicinali sono uscite dall’ambito di esclusiva delle farmacie per essere veicolate sul mercato attraverso le reti distributive in grado di garantire le condizioni previste nella norma, con particolare riferimento all’obbligo della presenza di un farmacista iscritto all’Albo al momento della dispensazione del prodotto». Secondo le due catene di supermercati, i consumatori in questi anni «hanno dimostrato di gradire il servizio in termini di orari di apertura, convenienza di prezzo, assistenza e assortimento. Vanno inoltre considerati i positivi effetti in termini di occupazione: da recenti dati si evince che in questi anni sono stati creati migliaia di posti di lavoro per farmacisti neolaureati».
A fronte del successo registrato – proseguono Coop e Conad – «i dati di riferimento dimostrano peraltro come non si sia verificato un fenomeno (paventato da alcuni) di incremento dei consumi di medicinali o di abuso nell’utilizzo degli stessi. L’allargamento della rete distributiva ha inoltre stimolato le stesse farmacie a reagire con successo al mutato contesto normativo, sia attraverso il rinnovamento ed ampliamento del proprio assortimento non farmaceutico sia incentivando l’attivazione di nuovi servizi sanitari/paraospedalieri, che rappresentano un’opportunità di importante crescita per il settore e di implementazione dei servizi di base per il cittadino».
È per queste ragioni che le due aziende puntano ad un’ulteriore liberalizzazione: «La proposta è finalizzata a proseguire sulla strada intrapresa, con lo scopo di promuovere quegli ulteriori passaggi “culturali” che possano portare ad una crescita dei vantaggi per gli utenti e ad un equilibrato sviluppo del mercato e del sistema delle imprese. Un’ipotesi di riforma del settore della vendita dei farmaci dovrebbe, a nostro avviso, partire da questi punti fermi e dai risultati positivi registrati in questi anni con l’ampliamento della rete di vendita di SOP e OTC attraverso la grande distribuzione organizzata. Partendo dall’attuale contesto normativo, su cui ci sembra francamente impensabile un arretramento, ci sono ancora ampi spazi per portare benefici immediati ai cittadini, per stimolare ulteriormente gli operatori e la concorrenza, per ridurre i costi ed aumentare la convenienza». Pertanto, hanno concluso, occorre «ampliare la categoria dei farmaci vendibili con presenza del farmacista aggiungendo, agli attuali SOP e OTC, anche tutti gli altri farmaci di fascia C».
Conad ha anche depositato un dossier sulla liberalizzazione, a cura di www.liberalizziamoci.it.

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